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La telemedicina andrà oltre la pandemia e rappresenterà, sempre di più, una risposta alle esigenze dei pazienti. Anche di quelli pediatrici. E' quanto emerso durante il webinar: "Quali prospettive per la telemedicina nelle cure primarie pediatriche?". L'evento era organizzato dalla Società italiana di cure primarie pediatriche (Sicupp).
A illustrare l'attività della società scientifica è stato il presidente, Paolo Becherucci, che ha aperto i lavori sottolineando in che modo la rete ospedale-territorio possa beneficiare dell’utilizzo di sistemi integrati di Telemedicina, oltre al supporto che una società che accoglie pediatri di libera scelta può concretamente offrire. Ma come si può applicare la telemedicina al territorio? E in cosa consiste realmente?
«Significa lavorare in gruppo con differenti tipi di professionalità – ha detto Francesco Gabbrielli, direttore del Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto superiore di sanità durante il suo intervento – perché la telemedicina non può esser fatta in modo individualistico, ma solo unendo i medici con altre professioni sanitarie e tecniche.
Sul sito dell'Istituto superiore di sanità ci sono diversi documenti relativi ai modelli perseguibili. Tenendo sempre presente che la presenza del medico è comunque indispensabile.
Si è rifatto al documento dei servizi sanitari di telemedicina in pediatria durante la pandemia,anche Alberto Eugenio Tozzi, responsabile area di ricerca malattie multifattoriali e complesse dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù: «Per molti la telemedicina consiste solo nelle televisite, che è una riduzione del concetto che, invece, dovrebbe essere interpretato in senso più ampio. Il percorso del paziente è un tragitto lungo e continuo che comprende molti aspetti, dai percorsi diagnostico terapeutici assistenziali a quelli educativi, come evidenziato già dalla Sicupp».
A disposizione ci sono strumenti diversi, dalle televisite al teleconsulto, dalla teleassistenza al telemonitoraggio.
Modelli che, insieme all’esperienza del Covid, potranno permettere di migliorare l’assistenza sul territorio, come ha sottolineato Emanuela Malorgio, presidente Sicupp Piemonte: «Il Covid ha cambiato molte cose e ci ha messo di fronte a situazioni prima sconosciute – ha affermato – durante il lockdown abbiamo avuto difficoltà a visitare i bambini quando erano malati, cosa che per la medicina del territorio è inusuale. A questo punto la telemedicina è diventata essenziale e, nonostante alcuni aspetti vadano perfezionati, dobbiamo fare tesoro delle esperienze fatte durante questi mesi potenziando gli strumenti e uniformando il metodo. Riteniamo che l’esperienza attuale, rivolta alla gestione della patologia acuta, vada estesa anche ad altri aspetti dell’assistenza primaria pediatrica: counselling delle famiglie, educazione sanitaria, follow up dei pazienti cronici sul territorio, ad esempio».
Non ha dubbi il presidente Becherucci: «La medicina territoriale deve essere coinvolta nella stesura dei protocolli e dei documenti che daranno le linee guida per implementare la telemedicina: per l’area pediatrica Sicupp è pronta a dare il suo contributo. Tanto va ancora perfezionato, ma molto è stato fatto»
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