Coronavirus, Barbara Gallavotti: «L'epidemia passerà, ecco cosa può insegnarci»

Questa epidemia finirà e non abbiamo motivo di guardare al futuro senza ottimismo. Ma quali sono le sfide e le opportunità che aspettano il “nuovo...

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Questa epidemia finirà e non abbiamo motivo di guardare al futuro senza ottimismo. Ma quali sono le sfide e le opportunità che aspettano il “nuovo mondo”? Barbara Gallavotti, editorialista de Il Messaggero, divulgatrice scientifica e consigliere per il coordinamento scientifico del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, prova a guardare oltre questa epidemia e a riflettere sui più importanti obiettivi sui quali bisognerà lavorare nel futuro che verrà.


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«Le epidemie - ragiona Barbara Gallavotti - storicamente hanno spesso avuto la capacità di cambiare il modo di pensare delle persone. Lo farà anche questa? Come? Possiamo provare a immaginarlo con ottimismo. Intanto finirà meglio delle altre perché oggi possiamo contare su una medicina basata su conoscenze scientifiche. E non è poco. In passato l'umanità ha dovuto affronatre malattie infettive senza alcuna idea dell'esistenza dei microbi. Ma stiamo anche scoprendo che sappiamo anche troppo poco. In passato abbiamo già avuto esperienza di coronavirus pericolosi, come quello della Sars. Avremmo dovuto fare più ricerca: se l'avessimo fatta oggi saremmo meno indifesi. Non perdere tempo è quindi la prima importante lezione di questa epidemia».

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«Ma l'emergenza - continua - ha già dato una forte spinta alla ricerca scientifica. Si pensi ai vaccini. Si stanno provando vie rivoluzionarie per mettere a punto vaccini basati sull'ingegneria genetica. Queste conoscenze ci resteranno e aiuteranno ad affrontrare nuove eventuali emergenze. E forse ci resterà qualcosa di più: molti di noi abbiamo dovuto stravolgere la nostra vita lavorativa ma molti altri sono riusciti a continuare a lavorare in remoto: si chiama smartworking. Certo, al momento è difficile, molti hanno bambini a casa. Ma in futuro potrebbe diventare la norma: se ci muoveremo di meno inquineremo di meno e rispamrieremo tempo, acquisiremo più liberta di organizzare i nostri tempi. Bisgona cambiare mentalità: non è un caso se finora non lo abbiamo mai fatto. Ma quello che stiamo forse scoprendo in questi giorni è che siamo pronti anche a questo cambiamento».


«L'altra lezione - conclude -  è che dobbiamo essere uniti: in un mondo globalizzato dobbiamo affrontare i problemi insieme perché sono problemi globali che altrimenti non si risolvono. Ora parliamo dell'epidemia ma la vera grande sfida che ci attende e ci chiede di avere uno sguardo sul futuro è quella dei cambiamenti climatici».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero