Coronavirus, il virologo Pregliasco: «Il miglioramento c’è, senza le chiusure sarebbe una strage»

Il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi, fa il punto sui dati sui contagi del...

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Il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi, fa il punto sui dati sui contagi del coronavirus diffusi ieri dalla Protezione Civile. Dati che contengono margini di errore, perché non si tratta di un campionamento statistico, ma che sono comunque importanti per analizzare il trend generale. Quello che emerge sembra essere confortante: le percentuali indicano che «non c'è ancora una decrescita, ma non c'è più quella crescita esponenziale devastante». Il professore non ha dubbi: «È l'effetto positivo delle misure di contenimento, che dovranno essere mantenute ancora per almeno due settimane».


Professore, ha senso analizzare i dati giorno per giorno, senza che vengano fatti tamponi sempre nella stessa misura? Non si rischiano imprecisioni nei conteggi?
«Il bollettino diramato dalla Protezione Civile contiene dati raccolti per fini di sanità pubblica e non per campionamento statistico. Per uno studio a livello statistico sarebbe necessario fare analisi a livello geografico, con un campione di popolazione che si esamina sistematicamente. Indubbiamente nei dati a nostra disposizione ci sono margini di errore, a causa di un inevitabile ritardo nelle comunicazioni e nei conteggi. Però sono comunque dati importanti per vedere l'andamento generale dei contagi. Il più analizzabile è quello dei nuovi casi che si hanno giorno per giorno».

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Cosa emerge?
«Da alcuni giorni c'è un rallentamento della crescita in termini percentuali che è buon segno. Non c'è ancora decrescita, ma non c'è più quella crescita esponenziale che devasta. Prima si parlava di una crescita giornaliera del 10 per cento, ora ci stiamo attestando al di sotto di questa soglia. La percentuale di crescita registrata ieri era del 6,91. Anche il dato sui pazienti guariti è positivo e andrà a migliorare, così come quello relativo ai decessi».
Da cosa dipende questo cambiamento?
«È l'effetto positivo delle misure di contenimento che sono state attuate nel nostro Paese. Bisogna dire che se avessimo fatto come un Johnson della prima ora adesso ci troveremmo in cima ad una vetta devastante, un vero e proprio picco. Invece, grazie a queste misure che possono sembrare drastiche, ma che sono assolutamente necessarie, stiamo riuscendo gradualmente a trasformare questa curva di crescita in una collina, per passare poco per volta ad un'inversione di tendenza, che porterà finalmente alla decrescita del numero dei contagi».
Quindi possiamo dire che le misure di contenimento stanno iniziando a dare risultati concreti?
«Assolutamente sì. C'è un timido segnale di miglioramento che conferma la validità di questa scelta».

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Quando dovranno essere ancora mantenute?
«Sicuramente per un minimo di altre due settimane. Poi dovranno essere prese decisioni graduali sulla base dei risultati ottenuti».
È necessario utilizzare guanti e mascherine quando si va a fare la spesa?

«Le mascherine vanno messe sempre, è un presidio utile per ridurre il rischio di contagio. I guanti sono un'ulteriore protezione, ma bisogna stare attenti perché indossandoli alcune persone potrebbero abbassare il livello di guardia: è sempre necessario lavare le mani ed evitare di toccarsi il viso, soprattutto se si indossano i guanti».
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Il Messaggero