Coronavirus Italia, studio Usa: contagi 9 volte di più di quelli diagnosticati

Il dato dei casi di Covid-19 a livello mondiale è sottostimato. In Italia, per esempio, si sarebbe sfiorato il milione di contagi. A dirlo è una ricerca...

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Il dato dei casi di Covid-19 a livello mondiale è sottostimato. In Italia, per esempio, si sarebbe sfiorato il milione di contagi. A dirlo è una ricerca internazionale condotta dai ricercatori dell'Icahn School of Medicine at Mount Sinai di New York a cui hanno partecipato anche studiosi dell'Università di Bologna e della Columbia University che è ora in pre-pubblicazione. 


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Lo studio ha fotografato i casi diagnosticati al 28 marzo 2020, cioè quelli che sono stati inseriti nelle statistiche ufficiali. In quel giorno in Italia si sono registrati 101.739 contagi. Grazie a una serie di algoritmi i ricercatori hanno potuto proiettare quei numeri verso un numero di reali contagi. Per l'Italia sarebbero molti di più: 965.113. Sempre l'Italia avrebbe, stando allo studio, un coefficiente di vulnerabilità dei suoi cittadini più alto (dell’1,57) rispetto a quelli degli altri Paesi presi in considerazione. Il coefficiente è stato calcolato prendendo in considerazione i contagi avvenuti nella Corea del Sud. 

Un dato molto alto è anche quello spagnolo (da 87.956 contagi accertati la stima arriverebbe a 1.421.505) e degli Stati Uniti (che da 161.807 accertati sarebbero passati a 1.417.635). La Germania, a fronte di 66.885 contagi diagnosticati si sarebbe trovata a 222.068 e la Francia da 45.170 sarebbe passata a 676.839. Nel Regno Unito, invece, ci sarebbero stati, sempre al 28 marzo, 316.556 contagiati (a fronte di un dato di diagnosticati di 22.453). La situazione sarebbe stata maggiormente sotto controllo in Cina, con 325.452 casi stimati e 82.198 casi realmente 'certificati'.

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Per gli studiosi i casi gravi, che con maggiore probabilità portano a esiti fatali, vengono rilevati a un tasso più elevato rispetto ai casi lievi. La mortalità virale segnalata sarebbe probabilmente 'gonfiata' nella maggior parte dei paesi. Il sottocampionamento dei casi di infezione può portare alla sottovalutazione dei casi totali, con conseguenti distorsioni sistematiche della stima della mortalità.

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Il Messaggero