Coronavirus, la febbre è il sintomo dominante della nuova infezione virale, ma all'inizio solo quattro pazienti su dieci la manifesterebbero: per questo la sorveglianza...
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Lo studio, apparso su medRxiv e non ancora sottoposto a revisione scientifica per la pubblicazione ufficiale, rafforza quanto già indicato dall'Oms, che tra le sue raccomandazioni sottolinea come il controllo della febbre per identificare i casi sospetti nei punti di entrata (come negli aeroporti) potrebbe non garantire il riconoscimento di alcuni viaggiatori infetti.
La conferma viene dai dati relativi a 1.099 pazienti colpiti dal virus 2019-nCoV e ricoverati in 552 ospedali cinesi al 29 gennaio scorso. Le loro cartelle cliniche rivelano che all'inizio la febbre era presente solo nel 43,8% dei soggetti, mentre in seguito, dopo il ricovero, si è manifestata nell'87,9% dei casi. L'assenza di febbre con il coronavirus sarebbe più frequente rispetto a quanto osservato con la Sars e la Mers.
All'inizio le radiografie non hanno evidenziato anomalie nel 24% dei casi più severi e nel 5% di quelli più lievi. Dopo il contagio, il 25,7% dei soggetti ha sviluppato una polmonite severa. L'età media dei pazienti nello studio è pari a 47 anni: la sindrome da coronavirus è stata diagnosticata in tutte le fasce di età, ma i malati sotto i 15 anni rappresentano meno dell'1%. Il 44% dei pazienti esaminati proveniva da Wuhan; dei restanti, il 26% non aveva fatto viaggi né aveva avuto contatti con residenti della città, a sottolineare la rapida trasmissione da persona a persona. Il tempo medio di incubazione del virus è stato di circa 3 giorni. La febbre (87,9%) e la tosse (67,7%) sono risultati i sintomi più comuni, mentre vomito (5%) e diarrea (3,7%) sono più rari. Al momento dell'infezione, il 25% dei malati presentava già un'altra patologia (come l'ipertensione o la broncopneumopatia cronico-ostruttiva).
Il Messaggero