Coronavirus, per Spallanzani e Gemelli c'è ancora bisogno di voi

Settantasei giorni dopo il ricovero dei primi due contagiati in Italia, la coppia di turisti cinesi ora finalmente guarita, Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani,...

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Settantasei giorni dopo il ricovero dei primi due contagiati in Italia, la coppia di turisti cinesi ora finalmente guarita, Francesco Vaia, direttore sanitario dello Spallanzani, parte da un numero a quattro cifre: «Mille. Sono i pazienti che abbiamo ricoverato nel nostro istituto e nei nostri spoke dall'inizio dell'emergenza. Una traversata. Com'è andata? Possiamo dire che Roma e il Lazio finora hanno retto l'urto dell'epidemia, grazie a un sistema sanitario capace di farsi trovare pronto fin dall'inizio. Ma non è finita, c'è il rischio un'ondata di ritorno». Messaggio chiaro: «Guai ad allentare la tensione». Ecco perché, aggiunge, è fondamentale continuare ad avere tutte le attrezzature per assistere chi deve lottare contro il Covid. Respiratori e posti di terapia intensiva. Allo Spallanzani e al policlinico Gemelli, le due trincee anti-virus di Roma, è destinata la sottoscrizione del nostro giornale. Una gara di solidarietà tra i lettori che ha già permesso di donare 200 mila euro, subito impiegati per comprare 12 ventilatori polmonari. Insieme agli altri quotidiani della Caltagirone Editore, è stato raccolto e donato, come prima tranche, un milione di euro per alcuni tra i principali ospedali italiani. La nostra iniziativa va avanti, perché la guerra al coronavirus, avvertono gli scienziati, è ancora lunga. E più si avranno macchinari e posti letto a sufficienza, più rimarrà lontano l'incubo di dover decidere chi salvare.

 

RUOLO CHIAVE

«Ci sono ancora molti aspetti che non conosciamo del Covid 19 - prosegue il direttore sanitario dello Spallanzani - ma una cosa l'abbiamo capita: oltre il 10% dei pazienti ha complicanze respiratorie gravi, spesso molto veloci, può succedere tutto nel giro di pochi minuti. A quel punto avere i ventilatori polmonari fa davvero la differenza». Da qui il ringraziamento ai lettori del Messaggero, «un giornale che si è fatto interprete di un sentimento molto diffuso tra i romani di vicinanza al nostro istituto e in generale verso chi è in prima linea. Aggiungo una cosa: abbiamo ancora bisogno del vostro aiuto economico. Ci permette di avere attrezzature sempre più complesse - conclude Vaia - strumenti essenziali sia per la terapia che per la diagnosi di un fenomeno che non conoscevamo e che abbiamo dovuto affrontare all'improvviso. Possiamo battere il Covid e con queste donazioni abbiamo un'arma in più». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero