Coronavirus, Pregliasco: «A Codogno anche sfortuna, ecco cosa non ha funzionato»

Coronavirus, tiene banco il caso Codogno con un botta e risposta molto forte tra il premier Giuseppe Conte e la Regione Lombardia. Ma consa è successo davvero...

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Coronavirus, tiene banco il caso Codogno con un botta e risposta molto forte tra il premier Giuseppe Conte e la Regione Lombardia. Ma consa è successo davvero nell'ospedale focolaio? A spiegarlo all'Adnkronos Salute è il virologo dell'Università di Milano Fabrizio Pregliasco. «Ma nel caso di Codogno il problema è in parte legato alla compresenza del virus influenzale, in parte alla sfortunata coincidenza di un paziente italiano e senza apparenti fattori di rischio. Una persona che, interrogata più volte, non ha evidenziato un legame con la Cina. Questo, e il fatto che il virus influenzale circoli ancora con una certa intensità nel nostro Paese, ha portato a ciò che sappiamo».


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Pregliasco: A Codogno non hanno funzionato i filtri

«Ora le cose sono cambiate: basta un'affezione respiratoria acuta per alimentare i sospetti. Il problema di Codogno e del mancato funzionamento dei filtri, che avrebbero dovuto portare a un trattamento in una struttura specializzata, come è invece successo a Roma con la coppia di cittadini cinesi allo Spallanzani, è frutto anche della sfortuna», insiste il virologo. «Ora è fondamentale individuare e trattare i casi più gravi, oltre a limitare la propagazione del virus. La recentissima notizia di un nuovo caso sospetto in Sicilia, proveniente dal Nord, non tranquillizza. Ma penso che per capire se l'azione di contenimento stia funzionando - conclude Pregliasco - occorrerà almeno una settimana».

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Il Messaggero