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Qualcuno di loro ammette: “Filosofia e pazzia sono gemelle siamesi fin dai tempi dell’Antica Grecia, e noi siamo i più pazzi di tutti”. Ed eccoli, soddisfattissimi, i terrapiattisti del No (o Nì) Vax e del No Pass il
giorno dopo la grande adunata a Torino. Guidata da sapientoni del calibro di Massimo Cacciari (assente all’ultimo minuto ma “immanente” e vero guru della compagnia) a Giorgio Agamben (che l’altro giorno in Senato, ha citato Hilter come modello dell’attuale “dittatura sanitaria”) oltre al giurista alternativo Ugo Mattei e a Carlo Freccero. Tremila persone collegate hanno seguito la kermesse. Ma non su Facebook, visto che il popolare social network, almeno secondo gli organizzatori, li avrebbe in parte oscurati. Si sentono censurati e infatti propongono la “collettivizzazione di Internet”. Che dovrebbe essere considerato come un commons, uno spazio relazionale condiviso e comune, dice la brigata Cacciari il quale però è sempre in tv e non in rete perché la rete fa meno spettacolo.
No vax e no Green pass, il convegno a Torino
E comunque, Cacciari alla fine ha dato forfait ma ha dato anche la linea del “no all’obbedienza cieca al vacciniamo”.
Fioccano i paragoni storici. Ecco l’ormai celebre vice-questora Nunzia Alessandra Schilirò, sdegnata perché “le televisioni non mi invitano più per paura delle mie idee” e si lancia in un paragone che è questo: “Ci stiamo avvicinando a un periodo tipo Impero Romano. Quando la maggioranza decise di mettere a morte Gesù preferendogli Barabba, e ricordo a tutti che Gesù è stato ucciso solo perché aveva manifestato il proprio pensiero”.
Sinistra, destra, no vax e no global e no tav e no tutto. C’è chi tra di loro vorrebbe fare un partito e dice: “Chi vuole superare il draghismo è con noi”. C’è l’idea anche, in ossequio al no draghismo e all’opposizione a un premier che dai vaccini ai diritti dei lavoratori “vuole decidere da solo e contro il popolo”, di andare tutti in piazza appassionatamente il 16 dicembre con la Cgil per lo sciopero generale contro il governo. Gridando lo slogan che si è sentito ieri in questo convegno torinese: “I morti di Covid? I numeri sono gonfiati!” Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero