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Il cervello esprime il massimo del suo potenziale quando l'organismo ha 35 anni. Il declino, invece, comincia intorno alla metà dei 40. La ricerca condotta dall'università Ludwing Maximilian di Monaco, in Germania, e già pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, si è concentrata sugli scacchi, analizzando 24mila partite professionali, per oltre 1,6 milioni di mosse. I match si sono disputati tra il 1890 e il 2014.
Si è ritenuto, infatti, che la disciplina, essendo necessari elevata capacità di concentrazione ed intelligenza, fosse l'ideale per la sperimentazione. Gli scienziati hanno basato il confronto tra le giocate effettuate dai reali protagonisti delle partite e un computer in grado di sfoderare sempre la mossa migliore. Il risultato ha dimostrato come le mosse più azzeccate siano state effettuate dai vent'anni in poi, raggiungendo il picco a 35, per diminuire, invece, dopo i 45.
Passando alle epoche, le strategie di gioco sono migliorate notevolmente dal 1890: «In generale il livello si è alzato, soprattutto tra i giocatori di età inferiore ai 20 anni», hanno scritto gli studiosi. L'impennata delle prestazioni si è avuta negli ultimi tre decenni, quando il computer, ha portato gli scacchi all'interno di tutte le case con un semlice clic.
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