Cefalea a grappolo: ora un software la riconosce dalla voce

Cefalea a grappolo: ora un software la riconosce dalla voce
Un computer aiuta il medico nella diagnosi, riconosce la “voce” della cefalea a grappolo. Ascolta: Cosa ci succede quando ci innamoriamo? Più questione di...

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Un computer aiuta il medico nella diagnosi, riconosce la “voce” della cefalea a grappolo.

«Questa malattia, tra le più temibili, colpisce 180mila italiani e viene altrimenti individuata in imperdonabile e inspiegabile ritardo. Fino a sei anni dopo la comparsa dei sintomi», certifica Antonio Russo, professore universitario della Vanvitelli” di Napoli che ha utilizzato un software per l’analisi di alcune parole pronunciate da 33 pazienti, registrando le interviste in uno studio clinico. Sua l’intuizione di accertare i nuovi casi grazie all’intelligenza artificiale, adattando i test già effettuati per il morbo di Parkinson, l’Alzheimer e il Covid-19. Dall’analisi spettrale degli audio acquisiti in digitale, il timbro è infatti risultato inconfondibile: un certo tipo di raucedine può essere spia della patologia, spesso associata all’edema e al reflusso laringeo. E, in questo caso, la terapia precoce risulta decisiva per evitare che il dolore diventi cronico e non più sopportabile. «Cure avanzate prevedono la sperimentazione degli anticorpi monoclonali», dice soddisfatto Russo, direttore del Centro Cefalee dell’Ateneo partenopeo. L’esperto è uno degli autori del lavoro scientifico pubblicato su Headache, firmato con il direttore della Clinica di Neurofisiopatologia Gioacchino Tedeschi, e assieme ai colleghi Alessandro Tessitore e Marcello Silvestro. «La ricerca dimostra l’utilità della tecnologia in medicina», rimarca il docente, e già pensa ai prossimi sviluppi. Uno consiste nel creare una banca dati con tutti gli audio e una app a disposizione delle strutture specialistiche, da usare in collaborazione con gli otorinolaringoiatri, quando riscontrano una voce roca, gracchiante, bassa e quindi sospetta. Non solo. «La realtà digitale – interviene Tedeschi –, durante la pandemia, ci ha già permesso di portare avanti l’assistenza e di valutare gli effetti del coronavirus e del vaccino per oltre 300 pazienti del Centro Cefalee».

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Il Messaggero