«Carne lavorata cancerogena», gli oncologi: «No allarmismi, dipende da quanta se ne mangia»

«Carne lavorata cancerogena», gli oncologi: «No allarmismi, dipende da quanta se ne mangia»
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La decisione della International Agency for Research on Cancer (IARC) dell'Oms di inserire carni lavorate e carni rosse nella lista delle sostanze cancerogene è «un invito a tornare alla dieta mediterranea». È il commento 'a caldò di Carmine Pinto, presidente dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), al rapporto pubblicato su Lancet Oncology.


«La Iarc conferma dati che conoscevamo da tempo - spiega Pinto - ovvero che la presenza di conservanti o di prodotti di combustione in questi alimenti è legata ad alcuni tipi di tumore. Per quanto riguarda le carni rosse è una questione di modalità e di quantità, non esiste una 'soglia di esposizionè oltre la quale ci si ammala sicuramente. Il messaggio che dobbiamo dare è che la carne rossa va consumata nella dovuta modalità, una o due volte a settimana al massimo. Il messaggio principale è invece un invito a tornare alla dieta mediterranea, che ha dimostrato invece di poter diminuire il rischio di tumore».

Secondo uno studio Aiom il 9% degli italiani nel 2010 mangiava carne rossa o insaccati tutti i giorni, il 56% 3-4 volte a settimana. Per il ministero della Salute il cancro del colon-retto, quello di cui si è trovata la maggiore associazione con il consumo di carne lavorata, è in assoluto il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana, con quasi 55.000 diagnosi stimate per il 2013.
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Il Messaggero