Cani e gatti in ospedale, serve una profilassi accurata

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Parenti e amici sono importanti: ma se si è ricoverati la visita dei nostri fedeli compagni di vita a quattro zampe può fare la differenza. L’ingresso di cani...

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Parenti e amici sono importanti: ma se si è ricoverati la visita dei nostri fedeli compagni di vita a quattro zampe può fare la differenza. L’ingresso di cani e gatti in ospedale è una realtà consolidata anche in Italia.

È buona regola informarsi prima sulla possibilità di usufruire o meno di questa opportunità. Pulizia del pelo, temperamento mite e buone condizioni di salute sono requisiti basilari per poter portare il quattro zampe in visita, senza rischio per i degenti. Per poter entrare in ospedale l’animale domestico deve essere sano a livello clinico e avere un’indole docile: è fondamentale che abbia fatto una profilassi accurata per gli ectoparassiti (zecche e pulci), e un controllo sulla micosi. Le corsie pet friendly sono sempre più numerose in tutta la Penisola e il pet visiting si è rivelato di grande beneficio per i pazienti che riescono a trovare un maggiore beneficio psichico ed emotivo nel rivedere, di tanto in tanto, il proprio amico peloso. Il regolamento prevede che ogni struttura aderente indichi le aree appositamente dedicate in cui è permesso l’ingresso degli animali (aree esterne o giardini, sale apposite o d’aspetto, corridoi o terrazze, indicando le zone vietate all’accesso). La visita avviene in orari precisi, solo se muniti di certificato sanitario di buona salute, che non antecedente i 7 giorni all’accesso nella struttura. È sempre opportuno spazzolare l’animale, prima che entri in reparto, e fargli indossare pettorina e guinzaglio.

IL PROGETTO

Nella Regione Lazio il progetto “4 Zampe con Te” delinea le linee di indirizzo che permettono l’accesso degli animali in visita ai pazienti ricoverati in strutture sanitarie e ospedaliere, pubbliche e private: per esempio, all’Ospedale dei Castelli ad Ariccia è stata prevista l’area dedicata chiamata, appunto, “4 Zampe con Te”, per dare ai degenti la possibilità d’incontrare i propri fedeli amici animali. Come spiega Paola Arangio, psicoterapeuta e psiconcologa, «permettere all’animale domestico di far visita al padrone si può rivelare un’iniziativa valida e significativa anche per i pazienti oncologici. Molti di loro, infatti, non hanno il conforto dei familiari, e il proprio cane o gatto rappresenta un affetto importante: poterlo vedere con regolarità può alleviare sofferenza e solitudine durante il ricovero». 

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Il Messaggero