“Cancro dei fumatori”, arriva una terapia mirata

“Cancro dei fumatori”, arriva una terapia mirata
Arriva una nuova terapia mirata efficace contro il “cancro dei fumatori”: si tratta del tumore al polmone non a piccole cellule squamoso, ovvero la forma più aggressiva e...

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Arriva una nuova terapia mirata efficace contro il “cancro dei fumatori”: si tratta del tumore al polmone non a piccole cellule squamoso, ovvero la forma più aggressiva e legata l fumo di sigaretta. Una notizia che apre la strada ad un possibile trattamento contro una forma di neoplasia ad oggi molto difficile da curare. I dati arrivano da un nuovo studio presentato al congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco) in corso a Chicago.


«Contro questo tipo di tumore - spiega Filippo De Marinis, direttore di Oncologia toracica dell'Istituto europeo di oncologia di Milano - le armi terapeutiche sono ridotte ed i farmaci in uso sono ancora quelli degli anni '90. Non vi era, cioè, alcun farmaco innovativo disponibile. Quella presentata all'Asco è la prima molecola di immunoterapia che punta a risvegliare il sistema immunitario utilizzabile in modo mirato contro questo tumore dei fumatori. Oggi l'aver trovato un'arma nuova è un passo importante in avanti importante».

Lo studio in questione (Poplar) ha infatti dimostrato che la molecole immunoterapica Mpdl3280a ha raddoppiato le probabilità di sopravvivenza rispetto alla chemioterapia. E' emerso, spiega l'oncologo, come la nuova molecola «abbia fatto registrare una diminuzione del tasso di mortalità del 53% in questi pazienti precedentemente giù trattati».

Altri due studi presentati, ha annunciato il direttore dell'Oncologia medica dell'azienda ospedaliera di Perugia Lucio Crinò, «hanno dimostrato l'efficacia di una nuova terapia a bersaglio molecolare contro una forma di tumore al polmone caratterizzata da una mutazione genica specifica, tipica dei pazienti più giovani e non fumatori».
I risultati dei due studi indicano, infatti, che la nuova molecola ,Alctinib, ha dimostrato di ridurre la massa tumorale in quasi la metà dei pazienti e di ridurre i tumori anche nei pazienti il cui cancro si era diffuso al sistema nervoso centrale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero