«Devo purtroppo comunicare a tutti che cantare in coro sembra comportare un rischio molto alto di avere un focolaio epidemico». Pur da «grandissimo appassionato...
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Scuole, Burioni ai politici: «Non si dovrebbe votare nelle aule. Polemica su rientro assomiglia a lotta nel fango»
Burioni contro Massimo Boldi: «Non fa ridere, se parla di salute deve pesare le parole»
«La riapertura delle scuole è fondamentale anche se comporta rischi», premette l'esperto. «Come giustamente dice il mio amico Guido Silvestri», aggiunge riferendosi al virologo italiano docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, padre della rubrica social 'Pillole di ottimismò, «il rischio zero nella vita non esiste. Però, secondo me, è importante che i rischi vengano ridotti il più possibile e in particolare che alcune attività che hanno un'elevata possibilità di favorire la trasmissione del coronavirus vengano temporaneamente limitate».
«In particolare - precisa Burioni - ho letto con una certa sorpresa la polemica riguardante il canto corale a scuola. Chi vi scrive è un grandissimo appassionato di musica, che ha sofferto in maniera indicibile la mancanza dei concerti negli ultimi mesi (l'unico al quale sono andato, al Rossini Opera Festival, è stata la Petite Messe di Rossini, nella quale il coro ha una parte fondamentale, però era all'aperto)», ma «i cori nelle scuole sono, purtroppo, occasioni di contagio». Oltre al caso del coro americano, «ci sono diverse altre descrizioni aneddotiche di trasmissione di Covid-19 in occasione di canti religiosi, karaoke e via dicendo», aggiunge il virologo.
«Direi che si sa quanto basta - conclude - per potere definire il cantare in coro una pratica potenzialmente pericolosa. Cantare insieme è bello e la musica è importantissima. Però ritengo che nelle prossime settimane, per la sicurezza dei nostri bambini, degli insegnanti e anche di tutta la nostra comunità, sia meglio sospendere la pratica dei cori e - se proprio si sente il bisogno di cantare - farlo da soli sotto la doccia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero