Corrono, saltano, nuotano, per poi ricominciare come nulla fosse. Ma come fanno i bambini a non stancarsi mai? Lo rivela uno studio franco-australiano dal quale emerge che i...
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I risultati, pubblicati su 'Frontiers in Psychology', hanno dimostrato che i piccoli raggiungono risultati simili a quelli di atleti super allenati e con una altissima resistenza. L'organismo può fornire energia ai nostri muscoli in due modi differenti: senza apporto di ossigeno (anaerobia) o con ossigeno (aerobia). Senza ossigeno si produce una grande quantità di energia molto rapidamente ma ci si stanca subito, come accade per esempio a uno sportivo durante uno sprint. Con ossigeno l'organismo produce invece meno energia, ma resiste più a lungo, come nel caso di una maratona.
Ebbene, secondo gli esperti i bambini utilizzano questi due flussi di energia in modo diverso: usano più quella aerobica per riuscire a resistere e quindi meno quella anaerobica che fa stancare subito. Inoltre, anche la struttura dei loro muscoli sarebbe un vantaggio in quanto i bambini hanno più fibre muscolari a contrazione lenta, quindi più resistente alla fatica.
Lo studio ha arruolato 12 bambini di età media 10 anni e mezzo, 12 giovani adulti non allenati (età media 21,2 anni) e 13 atleti maschi allenati (21,5 anni), e hanno condotto due test su una cyclette. Il primo serviva a determinare la loro capacità aerobica massima, aumentando costantemente la potenza della bike fino a raggiungere la stanchezza del volontario di turno.
Nel secondo test, i ricercatori hanno chiesto al campione studiato di fare uno sprint di 30 secondi per misurare la fatica e il successivo recupero. Da qui il risultato: i bambini e gli atleti producono più energia del flusso aerobico rispetto agli adulti non allenati, e anche il loro livello di fatica dopo lo sprint era simile e inferiore a quello del terzo gruppo (gli atleti allenati).
Dato ancor più sorprendentemente: la capacità di recupero dei bambini è stata superiore a quella degli altri due gruppi. Questi risultati - secondo gli esperti - potrebbero spiegare perché i bambini sono capaci di fare un'attività dopo l'altra, mentre gli adulti sono esausti già alla fine della prima. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero