Per i piccoli pazienti del Bambino Gesù c'è sempre più bisogno di plasma, fra i componenti del sangue, e adesso un nuovo macchinario a Palidoro per i...
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Si tratta inoltre di una donazione che può essere effettuata da una platea ancora più ampia di persone con benefici sia per i malati sia per chi dona. Ricordando infine che il Lazio resta una regione debitrice di donazioni rispetto ad altre regioni che, grazie a una vasta rete di donatori, possono cedere sacche di sangue intero e, soprattutto, di componenti che hanno un uso crescente in molte terapie. Una situazione, quella del Lazio, che peggiorà nei mesi estivi.
Un servizio in più a disposizione dei tanti donatori dell'area di Palidoro in favore dei piccoli pazienti che, per le loro terapie o per gli interventi chirurgici, hanno bisogno di specifici emocomponenti. «Il fabbisogno di emocomponenti del Bambino Gesù è in continuo aumento. La crescente attività trapiantologica comporta, ad esempio, un incremento del consumo di plasma AB e di piastrine.
Il fabbisogno di piastrine, in particolare, cresce di circa il 15 per cento all'anno» spiega Mauro Montanari, responsabile del Servizio Immunotrasfusionale dell'ospedale della Santa Sede. «Con l'attivazione di questo nuovo, importante servizio - prosegue - auspichiamo che il Bambino Gesù di Palidoro diventi un grande centro di raccolta. La popolazione del litorale romano è molto sensibile al tema delle donazioni. Immaginiamo che risponderà positivamente all'opportunità di donare emocomponenti senza doversi recare in centri troppo distanti».
L'aferesi è una tecnica che si effettua mediante una macchina chiamata separatore cellulare a cui il donatore viene collegato in circolazione extracorporea. Questo strumento estrae il sangue da una vena dell'avambraccio (come nella donazione tradizionale), lo immette in un circuito sterile e, mediante procedimenti chimico-meccanici, lo separa, consentendo la raccolta degli emocomponenti desiderati. Al termine del processo di separazione, con la stessa modalità, il sangue viene restituito al donatore. La durata del trattamento, in base alle componenti che si vogliono raccogliere, varia dai 30 ai 90 minuti. Il sangue (intero o sue componenti singole o multiple) può essere donato da qualsiasi cittadino in buona salute.
La donazione non comporta rischi: il sangue viene prelevato attraverso l'utilizzo di kit sterili monouso e poi sottoposto a una serie di analisi volte a stabilirne l'idoneità a scopo trasfusionale, garantendo al donatore un controllo costante del proprio stato di salute.
Il Messaggero