OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Mettiamo in fila cento bambini sotto i 12 anni: 22 di loro sono sovrappeso e 16 obesi. Troppi.
E non certo per una mera considerazione estetica. Perché se oggi sono in queste condizioni domani si troveranno a pagare a caro prezzo i chili in più. È proprio delle ultime settimane un ennesimo appello della Società Italiana di Pediatria. Un appello forte e chiaro come fanno coloro che non si sentono ascoltati. «Si tratta di una vera e propria epidemia. Un’emergenza sociale – commenta la presidente della Società italiana di Pediatria, Annamaria Staiano – L’obesità è un modello precursore di malattie croniche che il servizio sanitario sarà costretto ad affrontare. Oltre il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto. Occorre investire maggiormente sulla prevenzione». Perché nel loro futuro i pediatri disegnano conseguenze neurologiche, polmonari, endocrine, renali, muscolo-scheletriche, cardiovascolari gastrointestinali. Oltre alle diverse implicazioni psicosociali dovute alle relazioni come al bullismo. E già oggi, sotto i 12 anni, si vedono gli effetti del peso come rivela un lavoro della Società Italiana di Pediatria con la Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica. Sempre più bambini e adolescenti, infatti, soffrono di patologie da obesità finora sconosciute nell’infanzia, come ipertensione, dislipidemia e diabete di tipo 2. Un bambino obeso su 20 ha già la glicemia alta, condizione definita di pre-diabete (un’alterazione del metabolismo del glucosio che però può ancora regredire), più di 3 su 10 dei piccoli gravemente sovrappeso hanno trigliceridi e colesterolo elevati, il 12% ha valori pressori superiori alla norma. Il principale ostacolo alla prevenzione e alla cura dell’obesità tra i bambini e gli adolescenti, secondo i pediatri, è la famiglia. Anche questa spesso in sovrappeso, quindi inconsapevole del problema, scarsamente motivata o scoraggiata.
ADOLESCENZA
È l’adolescenza, va ricordato, il momento critico. Il 58% dei pediatri, infatti, ritiene che in questo periodo ci sia un altissimo rischio di fallimento e persistenza dell’obesità in età adulta. Seguono lo stigma, che facilita i sensi di colpa (48%) e rovina l’armonia in famiglia (45%) e la frustrante sensazione di essere impotenti e quindi destinati al fallimento di curati e curanti (45%). «Lo stigma sul peso, che coinvolge tutti e sempre di più, deve essere contrastato con ogni mezzo, cominciando proprio dai professionisti sanitari che si occupano dei primi anni di vita. Esso, infatti, non motiva alla cura, ma attraverso una situazione di stress cronico, determina o amplifica tutte le comorbilità psicologiche e persino fisiche dell’obesità, rendendo vana ogni cura – ricorda Rita Tanas, pediatra endocrinologa del Gruppo di Studio Adolescenza – Conoscere tutte le cause dell’obesità, anche quelle non modificabili (genetiche ed epigenetiche) potrebbe aiutare a ridurlo». I pediatri vorrebbero formarsi per migliorare le loro competenze nell’affrontare questa patologia così complessa, imparare a lavorare in rete e a sviluppare una relazione professionale empatica, così difficile con le famiglie con obesità, magari con più tempo da dedicare loro. L’impresa, al momento, sembra piuttosto ardua. I medici hanno a che fare con un piccolo paziente in pericolo stretto tra pasti frettolosi, suggestioni pubblicitarie ipercaloriche, fame nervosa, vita sedentaria. «Approcci personalizzati e modificazioni dello stile di vita rimangono il cardine della cura dell’obesità – sono le parole di Anna Tagliabue, presidente della Società Italiana di Nutrizione Umana – Un’alimentazione corretta deve essere varia, frugale, con il consumo di alimenti nella loro forma naturale e meno processata possibile che vanno consumati lentamente e con consapevolezza».
L’ALIMENTAZIONE
La dieta mediterranea, ricordano i pediatri, può essere una valida alleata contro il rischio di obesità. Perché è un modello alimentare ricco di alimenti di origine vegetale (verdure, frutta, cereali integrali, legumi, semi), caratterizzato dall’impiego di olio di oliva e da un consumo di pesce, uova, pollame e prodotti caseari abbinato a porzioni ridotte di carne rossa. Importante è consumare sempre la prima colazione, così come evitare merende troppo abbondanti. Ridurre la sedentarietà, passo dopo passo. La Società Italiana di Pediatria ha realizzato una piramide dell’attività fisica per aiutare le famiglie. Un consiglio per tutti: i bambini dovrebbero fare attività fisica e giochi all’aria aperta almeno 4-5 giorni alla settimana.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero