Babbo Natale, a 8 anni le prime domande sull'esistenza di Santa Claus

Babbo Natale, a 8 anni le prime domande sull'esistenza di Santa Claus
 Dopo anni passati a scrivere letterine e lasciare latte e biscotti (ma anche qualche carota per le renne) vicino al camino o all'albero di Natale, i genitori si trovano...

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 Dopo anni passati a scrivere letterine e lasciare latte e biscotti (ma anche qualche carota per le renne) vicino al camino o all'albero di Natale, i genitori si trovano a gestire domande scottanti. Alimentate dal passaparola e dai risultati delle ricerche su Google.


«I primi dubbi sull'esistenza di Babbo Natale arrivano verso gli 8 anni. Ebbene, i genitori non devono dire mai bugie. Finché i bambini ci credono in modo cieco e assoluto, gli adulti dovranno coltivare la cosa. Ai primi dubbi, però, i genitori dovranno sostenere sì l'esistenza di Babbo Natale, anche in modo convinto, ma senza insistere troppo», consiglia il pediatra Italo Farnetani, docente alla Libera Università Ludes di Malta. «Così, quando dopo qualche mese i figli si convinceranno che effettivamente Babbo Natale non esiste - spiega - i genitori non avranno investito troppo della loro credibilità su un argomento che è destinato a risultare un insuccesso, ma nello stesso tempo non avranno contribuito ad abbattere troppo rapidamente una favola alla quale anche i grandi, se potessero, vorrebbero credere».

I genitori inoltre devono presentare il Natale «come viene interpretato dalla maggioranza delle persone, e cioè come una festa religiosa che celebra la nascita di Cristo, e non come una festa laica (per esempio per l'inizio dell'inverno o la festa del solstizio). La scelta non è confessionale o ideologica - precisa Farnetani - ma si basa su solide motivazioni psicologiche: i bambini hanno bisogno di identificarsi e assimilarsi al gruppo dei coetanei, cioè ai comportamenti dei loro compagni».


«Considerando che la maggioranza della popolazione ritiene che il Natale sia una festa religiosa che viene ricreata attraverso il presepe - osserva - è inopportuno che i genitori si mettano in minoranza e si autoescludano dal comportamento collettivo. Proprio perché i bambini tendono a comportarsi come i coetanei, i piccoli si porranno il problema del perché quasi tutti, al contrario della propria famiglia, pensano che il Natale sia una festa religiosa. A questo punto le possibilità sono due, una peggiore dell'altra: o i figli riterranno che i genitori abbiano detto una bugia, oppure, assimilandosi ai propri genitori, si sentiranno diversi
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Il Messaggero