Allergie: cambia il clima ma per chi soffre di asma, rinite e tosse è sempre primavera Ecco i consigli utili

I danni all’ambiente fanno crescere i problemi respiratori nei bimbi. A rischio anche gli over 70. La cura? Spray, mascherine e vaccino

I cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature impongono una revisione anche dei luoghi comuni, a cominciare da quelli riguardanti le “mezze...

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cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature impongono una revisione anche dei luoghi comuni, a cominciare da quelli riguardanti le “mezze stagioni”.

Tutt’altro che scomparse, queste dominano ormai incontrastate i mesi che vanno dall’autunno, alla primavera inoltrata, in una sorta di mezza stagione a oltranza, che in alcune regioni d’Italia quest’anno non ha fatto presentare all’appello l’inverno.
Ce n’è di che far impazzire il calendario dei pollini e, di conseguenza, quello delle allergie respiratorie, delle quali soffrono circa 12 milioni di italiani. «La primavera – ricorda il professor Giorgio Walter Canonica, general executive manager SIAAIC, Società italiana di allergologia, asma e immunologia Clinica e senior consultant all’Humanitas di Milano – si associa all’arrivo delle allergie respiratorie, come ben sa il 25% della popolazione mondiale che ne soffre, durante quella che è diventata ormai una sorta di eterna primavera». Lo testimonia anche la stagione dell’allergia alla parietaria ad esempio, che andava da marzo a settembre e che, negli ultimi anni, si è estesa da febbraio a novembre. 


L’INQUINAMENTO


E sta peggio chi vive in città. L’inquinamento dell’aria, danneggiando la mucosa respiratoria, facilita la penetrazione degli allergeni, stimolando la risposta allergica. Come se non bastasse, all’inquinamento da particolato fine, quest’anno si è aggiunta anche un’insidiosa new entry esotica: la sabbia del Sahara che colora di arancio i nostri cieli. Non sorprende dunque che asma e riniti allergiche siano in aumento negli ultimi anni, soprattutto tra bambini e giovani. Ma non solo. «Cominciano a emergere dati sull’insorgenza e la diffusione delle allergie anche dopo i settant’anni – spiega il professor Canonica – Dalla fine della pandemia in particolare, si è assistito a un’esplosione delle allergie respiratorie, complice il minor uso della mascherina, che aveva un effetto protettivo contro l’inalazione di pollini, allergeni, virus e inquinanti. Secondo le ultime proiezioni, a soffrire di rinite allergica entro il 2030 sarà il 35-40% della popolazione italiana».
Gli esperti consigliano dunque di rispolverare la mascherina nelle giornate più inquinate e con più pollini nell’aria (conviene consultare il “bollettino” dei pollini), tenendo sempre d’occhio anche le previsioni meteo. 


IN CASO DI PIOGGIA


Nelle giornate di temporale le allergie da pollini peggiorano, quindi meglio stare in casa, dove bisogna fare attenzione agli acari della polvere e alla forfora degli animali da compagnia. Ma anche ai filtri dell’aria condizionata e all’eventuale presenza di muffe.


Se per la rinite allergica possono essere d’aiuto gli spray nasali a base di antistaminici e antiallergici, in caso di allergia respiratoria è sempre bene rivolgersi al medico per una diagnosi iniziale circostanziata. Almeno 6 milioni di italiani allergici potrebbero trarre giovamento da un “vaccino” ad hoc (terapia desensibilizzante o immunoterapia allergene specifica), che consiste nel somministrare dosi progressivamente crescenti dell’allergene nei confronti del quale il paziente è sensibilizzato. Ma solo il 2% degli italiani accede a questa profilassi Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero