Potrebbe essere stato il fumo a fare la differenza tra uomini e donne. Potrebbe, infatti, essere stata la dipendenza da tabacco a determinare la grande diversità tra i...
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Ecco perché, sul totale delle vittime da coronavirus, le donne sono il 35%. Con una percentuale di 2 a 1 a vantaggio delle femmine. Il dato è costante pressoché in tutte le fasce di età. In Cina il tasso di letalità dei casi confermati è pari al 4,7% negli uomini a fronte del 2,8% riscontrato nelle donne. Questo può voler dire che, tra i nonni, magari nel momento in cui si potrà uscire un po’ di più, lei potrà stare più tranquilla mentre lui dovrà essere iperprotetto? «Non esiste differenza, devono stare molto attenti tutti e due - spiega Raffaele Antonelli Incalzi presidente della Società italiana di geriatria - Piuttosto, credo che nelle donne il numero sia sottostimato. Sono loro la maggioranza degli ospiti nelle residenze e, in molte di queste, non è stato fatto l’accertamento della presenza del virus al momento del decesso. Certo è che il fumo ha giocato un ruolo importante. Le signore più anziane, nel corso della loro vita, sono state sicuramente, molto meno dipendenti dalla nicotina dei loro partner. Condizione che ha aiutato ad affrontare meglio l’infezione».
La nicotina,infatti, può facilitare l’infezione da coronavirus. Promuove l’aumento dell’espressione di una proteina (l’ACE-2) che è la porta di ingresso del virus nelle cellule. L’ipotesi di un possibile effetto protettivo di questa sostanza era circolata in questi giorni e riguardava uno studio dei ricercatori dell’ospedale di La Pitié-Salpetrière di Parigi, ma in un approfondimento la Società italiana di Farmacologia ricorda i possibili effetti negativi. L’approfondimento, a cura del professor Marco Pistis, evidenzia che il virus attraverso le proteine delle sue corone «si lega all’ACE-2 sulla membrana cellulare, viene fagocitato dalla cellula e si ritrova al suo interno dove inizia la replicazione». Nel documento si legge anche che si può ipotizzare anche «che i fumatori, analogamente agli individui immunocompromessi, possano avere un aumentato rischio di complicanze neurologiche».
Rispetto assoluto per le regole da parte di uomo e donna over 65, dunque.
Il Messaggero