Gli ansioliti aumentano il rischio insorgenza Alzheimer

Gli ansioliti aumentano il rischio insorgenza Alzheimer
ROMA L'uso a lungo termine, dai tre mesi di terapia, di una classe molto usata di ansiolitici e farmaci per l'insonnia (benzodiazepine) è legato all'aumento di...

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ROMA L'uso a lungo termine, dai tre mesi di terapia, di una classe molto usata di ansiolitici e farmaci per l'insonnia (benzodiazepine) è legato all'aumento di rischio di ammalarsi di demenza senile o morbo di Alzheimer. Il rischio sale del 51% per trattamenti di tre msi o più lunghi.

E' quanto è emerso da uno studio diretto da Sophie Billioti de Gage dell'unità di Farmacoepidemiologia dell'Inserm presso l'università di Bordeaux. La ricerca è stata pubblicata sul British Medical Journal. I ricercatori avvertono: «Queste terapie dovrebbero essere di breve durata e comunque non superare i tre mesi».

Gli esperti hanno usato dati del database Quebec health insurance program ed hanno confrontato quasi 1800 casi di Alzheimer con un gruppo di controllo di oltre 7100 individui senza demenza, ma simili per latre caratteristiche (età, sesso, etc).
Gli esperti hanno considerato le prescrizioni di benzodiazepine, i farmaci ansiolitici più usati anche per l'insonnia, e la durata del trattamento ed hanno trovato una forte associazione tra il rischio di ammalarsi di Alzheimer e l'aver utilizzato in passato questo tipo di terapia.

«Questi risultati - scrivono gli autori - sono di fondamentale importanza pr la salute pubblica specialmente considerando la prevalenza e la cronicità dell'uso di benzodiazepine nelle popolazione anziana e l'aumento dei casi di demenza nei pasei sviluppati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero