Covid, lo psichiatra: «Un terzo in più di persone avrà disturbi mentali legati alla pandemia»

Massimo Di Giannantonio
Più depressi, più ansiosi, più preoccupati. Il quadro della salute mentale di chi esce dalla quarantena non è edificante. Anzi, la situazione continua...

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Più depressi, più ansiosi, più preoccupati. Il quadro della salute mentale di chi esce dalla quarantena non è edificante. Anzi, la situazione continua ad essere critica perché, dopo due mesi chiusi in casa ci si è esposti al rischio di maggiori disturbi della psiche. “Notiamo un aumento delle persone che stanno chiedendo aiuto ai professionisti della salute mentale per situazioni legate al Covid-19, non solo per persone che ne sono rimaste affette o per chi ha avuto un parente morto per la malattia, ma anche per coloro i quali sono rimasti in quarantena”, spiega Massimo Di Giannantonio, psichiatra, presidente della Società italiana di psichiaria.


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Professor Di Giannantonio, qual è il profilo della persona che si sta avvicinando ai servizi di salute mentale?
“L’aumento è e sarà vertiginoso. Stimiamo come avremo un terzo in più delle persone che soffriranno di disturbi mentali derivati dalla pandemia. A chiederci aiuto sono, indistintamente, tutte le fasce d’età. Molti sono colpiti da depressione perché hanno perso tutto, oltre agli affetti anche il lavoro, e non sanno come ripartire”.



Quali sono le maggiori paure nella vita di tutti i giorni?
“Si ha paura di camminare in strada e incrociare persone lungo il tragitto, ma anche fare la spesa e comprare i prodotti sfusi come frutta e verdura. Le ansie sono quelle legate alle azioni della vita di tutti i giorni. L’uso di spazi ed aree comuni può incidere molto in questo sentimento. Se da una parte è giusto rispettare le norme contro la diffusione del contagio, dall’altra, bisogna stare molto attenti quando si sfocia in una patologia”.

Quando diventa patologico?
“Tutte le volte che l’atteggiamento diventa ossessivo e morboso, per esempio. Bisogna prestare attenzione, lavandosi le mani e avendo i dispositivi di protezione individuale. Ma è necessario avere la giusta cura, non farla diventare una malattia”.

E’ un comportamento reversibile?

“Sì, nei casi più lievi può scomparire a breve. Se l’atteggiamento dura più di due o tre settimane, dunque si è con una sintomatologia più grave, è necessario l’aiuto di uno psichiatra”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero