Analisi dal medico di famiglia, cure a “Km 0” in 4 regioni

Analisi dal medico di famiglia, cure a “Km 0” in 4 regioni
Code, spostamenti a "ping pong" da un ospedale all'altro o a caccia dello specialista giusto: è quello che vivono ogni giorno i malati cronici per ottenere i controlli di cui...

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Code, spostamenti a "ping pong" da un ospedale all'altro o a caccia dello specialista giusto: è quello che vivono ogni giorno i malati cronici per ottenere i controlli di cui hanno bisogno (come la spirometria, l'elettrocardiogramma, la misurazione della glicemia e della pressione). Ma ora i principlai test per la diagnosi e il monitoraggio di alcune malattie croniche, come brocopneumopatie croniche ostruttive, malattie cardiovascolari e metaboliche, terapia del dolore, che oggi riguardano oltre un italiano su tre, si potranno fare a km 0 , a un passo da casa, nello studio del emdico di famiglia, con un possibile risparmio di circa 3 miliardi ogni anno per il servizio sanitario nazionale.


Sarà possibile con il progetto InNov@Fimmg della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg). Da settembre quattro regioni pilota, Marche, Umbria, Toscana e Puglia i primi cento medici che assistono 150.000 cittadini, saranno formati per avviare le prime Unità di Medicina Generale, che potranno erogare servizi di prossimità. La Bpco è la patologia su cui per prima si punterà l'attenzione: si tratta di una patologia su cui per prima si punterà l'attenzione: si tratta di una patologia in costante aumento soprattutto precoce: l'80% dei casi potrebbe essere gestito dal medico di famiglia avvalendosi dello specialista solo per i casi più complessi.

«Questa scelta si rende necessaria per far fronte allo tsunami dei malati cronici che già oggi rischia di travolgere la sanità e che in futuro sarà sempre più difficile da contenere» spiega il segretario nazionale della Fimmg Giacomo Milillo. «L'obiettivo - aggiunge - è un approccio primario alla cura, non vogliamo né dobbiamo sostituirci agli specialisti. I emdici aggregati in studi professionali dotati di personale appositamente formato mediante un percorso condiviso con le società scientifiche, saranno in grado di fornire servizi avanzati sul territorio senza oneri aggiuntivi».


Secondo il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi «se il progetto sarà applicato si è visto che ci si attende un ritorno, in termini di ricoveri e accesso al pronto soccorso: sono risorse che possono essere reinvestite là dove servono, in farmaci ma non solo. Un ricovero costa circa 1000 euro al giorno e l'assistenza farmaceutica costa 274 euro l'anno. A ogni cittadino con questo progetto, risparmiando dieci giorni di ricovero, si danno 40 anni di assistenza farmaceutica». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero