Abuso di alcol già a 11 anni, danni precoci al fegato

Gli specialisti riuniti a Roma: trend allarmante specie tra i giovanissimi del Nord Est, rischiano dalla steatosi alla cirrosi fino all’epatite cronica

Abuso di alcol già a 11 anni, danni precoci al fegato
Spesso hanno appena 11 anni. A casa con gli amici, e persino per strada fuori dai locali, si atteggiano a fare i grandi tenendo una bottiglia di alcolici in mano, una sigaretta...

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Spesso hanno appena 11 anni. A casa con gli amici, e persino per strada fuori dai locali, si atteggiano a fare i grandi tenendo una bottiglia di alcolici in mano, una sigaretta nell’altra.

Senza nemmeno immaginare a quali rischi per la salute stanno andando incontro. Secondo gli esperti che si sono ritrovati di recente a Roma in occasione del 56° Congresso Nazionale dell’Associazione italiana per lo studio del fegato, l’abuso di alcol negli under 18 può infatti causare patologie gravi: dalla steatosi alla cirrosi, all’epatocarcinoma e all’epatite acuta alcolica, che ha un’elevatissima mortalità. 


I NUMERI


Per avere un’idea dell’entità del fenomeno, basta dare un’occhiata ai dati dell’Istat e dell’Osservatorio nazionale alcol dell’Istituto superiore di sanità: si stima che siano circa 35 milioni gli italiani sopra gli 11 anni che consumano bevande alcoliche (78,1% di uomini e 53,5% di donne); più di 8,6 milioni bevono quantità di alcol eccessive. Preoccupa, poi, il cosiddetto fenomeno del binge drinking, ossia il consumo, in un’unica occasione, di 5 o più unità alcoliche per gli uomini e 4 o più per le donne: nel 2021 circa 3 milioni di italiani sopra gli 11 anni hanno consumato alcol in dosi eccessive, un bicchiere dietro l’altro; il 9,5% erano uomini e il 3,6% donne.
I rischi maggiori per i giovani sono allarmanti: il consumo a “maggior rischio” è più frequente tra i giovani e in particolar modo tra i giovanissimi (fra i 18-24enni la quota sfiora il 35%), fra gli uomini (21% vs 13% nelle donne) e tra le persone socialmente più avvantaggiate (19% vs 14%). Il trend in aumento si osserva soprattutto nel Nord, in particolare nel Nord-Est.
«Il consumo di alcol in Italia sta subendo cambiamenti – spiega Giacomo Germani, gastroenterologo dell’Unità Trapianto Multiviscerale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova – Se prima era prevalente il consumo di vino durante il pasto, emergono percentuali del 40% per gli uomini e quasi del 20% delle donne che consumano alcolici fuori pasto. I dati cambiano poi a seconda dell’età, con i giovani che consumano più birra o altri alcolici. I consumatori abituali eccedentari tra i 16-17 anni registrano la percentuale più elevata, con il 35% dei maschi e il 29% delle femmine».


IL DANNO


Gli effetti nocivi dell’alcol nei giovani sono particolarmente gravi, visto che fino a 18 anni gli enzimi non sono ancora maturi per metabolizzarlo; aumenta così anche il rischio di un coma etilico. La popolazione giovanile che consuma alcol in quantità significative già dagli 11 anni si espone anche in prospettiva a un elevato rischio di malattia epatica.


«L’alcol può avere effetti sul fegato che vanno dalla steatosi, ossia l’accumulo di grasso, fino alla cirrosi, all’epatocarcinoma e all’epatite acuta alcol correlata – mette in guardia Germani – Ci sono poi i danni indiretti, come gli incidenti stradali, oltre a ulteriori patologie che colpiscono altri organi e a livello sistemico. Anche il binge drinking è un fattore di rischio: insieme ad altri cofattori come il diabete o la predisposizione genetica, nel lungo periodo può accentuare lo sviluppo di malattia epatica cronica e in particolare la cirrosi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero