Al Gemelli "riparato" il cuore di un ragazzo con distrofia

Intervento pionieristico presso il Policlinico Gemelli di Roma dove un team medico ha eseguito con successo una procedura mininvasiva denominata MitraClip su un giovane paziente...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Intervento pionieristico presso il Policlinico Gemelli di Roma dove un team medico ha eseguito con successo una procedura mininvasiva denominata MitraClip su un giovane paziente di 23 anni affetto da distrofia muscolare di Duchenne. Questa procedura mirava a migliorare la funzionalità del cuore, riducendo il grado di insufficienza mitralica associata alla cardiomiopatia dilatativa del paziente. La distrofia di Duchenne, una condizione genetica rara, non ha attualmente una cura e presenta un'aspettativa di vita limitata, con una media di sopravvivenza di 27 anni.

L'intervento al Policlinico Gemelli

«Roberto ha 23 anni. A oggi la distrofia di Duchenne non ha una cura e l'età media di sopravvivenza è di 27 anni», spiega Marika Pane, direttore clinico dell'Uoc Nemo Pediatrico di Fondazione Policlinico Gemelli. «Tuttavia, la storia naturale di questa malattia sta cambiando e nell'arco delle due ultime decadi siamo riusciti a regalare a questi ragazzi in media più di 10 anni di vita e di buona qualità». «Il ragazzo è arrivato alla nostra attenzione dopo l'ennesimo episodio di scompenso acuto che lo aveva portato in pronto soccorso. La sua diagnosi è di cardiomiopatia dilatativa, con una frazione d'eiezione molto ridotta; questo suo cuore molto dilatato lo aveva portato a un'insufficienza mitralica severa», illustra Carlo Trani, direttore della Uoc Interventistica Cardiologica e Diagnostica Invasiva di Fondazione Policlinico Gemelli. Il team ha corretto questo problema con una procedura mini-invasiva che consiste nell'introdurre un catetere attraverso la vena femorale all'altezza dell'inguine. Una volta raggiunto il cuore, una una sorta di 'mollettà viene applicata ai lembi della valvola mitrale riducendo il grado di insufficienza. L'intervento è durato due ore e ha consentito di ridurre l'insufficienza mitralica da severa e lieve-moderata. «Questi ragazzi hanno un'aspettativa di vita limitata, ma è giusto offrire loro tutte le possibilità terapeutiche oggi disponibili», conclude Priscilla Lamendola, cardiologa ecocardiografista alla Uosd di Diagnostica cardiologica non invasiva del Gemelli

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero