Diciotto milioni di euro per arrivare al traguardo: è il finanziamento necessario per proseguire la sperimentazione del vaccino italiano Tat contro l'Aids/Hiv, che ha...
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Un traguardo che ora è molto più vicino: gli studi sul Tat sono iniziati nel 1995 ed oggi si è arrivati ad una fase importante. Il prossimo step, chiarisce Ensoli, «è proprio interrompere la terapia nei malati in modo controllato per 6 mesi per verificare per quanto tempo il vaccino mantiene bassa la carica virale nel sangue, ovvero ad un livello che non ha conseguenze cliniche. Vogliamo quindi avviare uno studio pilota su 30 pazienti vaccinati e 30 soggetti di controllo, sempre negli 8 centri italiani impegnati per il vaccino. Se tutto andrà bene, si avvierà poi la fase ultima di sperimentazione, la tre, su un numero più ampio di malati, probabilmente in Africa». Perché il vaccino sia dunque disponibile sul mercato sarà necessario ancora qualche anno, ma senza i fondi necessari c'è il rischio concreto che tutto si blocchi: «Il problema è che in Italia non ci sono più finanziamenti alla Ricerca sull' Aids perchè si pensa che il problema sia risolto, ma non è così. Le nuove infezioni, infatti, non si sono ridotte, non ci sono campagna informative ed i pazienti giungono dai medici sempre più tardivamente e già con Aids conclamato».
Per questo, Ensoli lancia un appello: «Mi rivolgo al governo, alle istituzioni europee ma anche alle aziende farmaceutiche e alle aziende di capitali di investimento perchè rinnovino l'interesse verso la Ricerca sull' Aids e finanzino il nostro studio.
Il Messaggero