Un aumento del 60% dei nuovi casi di Hiv fra gli adolescenti entro il 2030, se i progressi si arrestano. «Ogni 2 minuti un adolescente, con molte probabilità una...
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L'Aids rimane una delle cause principali di morte fra gli adolescenti: nel 2015 ha causato 41.000 vittime fra i ragazzi tra i 10 e i 19 anni, secondo il settimo rapporto sui bambini e l'Aids "For Every Child: End Aids". Il mondo «ha fatto enormi progressi per porre fine all'Aids, ma la battaglia è ancora lontana dall'essere conclusa, soprattutto per quanto riguarda i bambini e gli adolescenti», ha dichiarato il direttore generale Unicef Anthony Lake. Nel rapporto viene sottolineato che sono stati fatti considerevoli progressi nella prevenzione della trasmissione materno infantile dell'HIV.
Nel mondo, fra il 2000 e il 2015, sono stati evitati 1,6 milioni di nuovi contagi fra i bambini.
«Dal 2014 diminuiti i fondi». Nonostante i progressi effettuati per prevenire nuovi casi di Hiv-Aids nel mondo e ridurre i decessi, «dal 2014 il finanziamento per contrastare l'Aids è diminuito». Lo denuncia l' Unicef nel settimo rapporto sui bambini e l'Aids "For Every Child: End Aids", in cui si prevede un aumento del 60% dei nuovi casi tra gli adolescenti entro il 2030 se non verranno messe in atto misure appropriate di prevenzione. A fronte di numeri in crescita, il rapporto propone alcune strategie per accelerare il progresso nella prevenzione dell'Hiv fra gli adolescenti e per garantire cure a coloro che ne sono già stati colpiti: investire in innovazione, includendo soluzioni prodotte a livello locale; rafforzare la raccolta di dati; porre fine alle discriminazioni di genere, inclusa la violenza di genere, contrastando la stigmatizzazione; dare priorità agli sforzi per fronteggiare le vulnerabilità degli adolescenti, garantendo sistemi di prevenzione, fra cui la profilassi pre-esposizione, supporto economico e un'educazione sessuale completa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero