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Allargare il significato profondo del provare tenerezza può significare anche essere aperti verso la propria sofferenza, senza evitarla e senza “disconnettersi”.
Animati dal desiderio di alleviarla e di curarsi con gentilezza. Esercizio assai complesso. Per gli adulti ma, soprattutto per gli adolescenti che, in quest’epoca, non riescono proprio a mettere ordine tra malessere, impulsi, incapacità di guardare avanti. Gli anni della pandemia, le difficoltà economiche e il peso del conflitto in Ucraina hanno riportato in primissimo piano il tema della salute mentale. In particolare nelle fasce più deboli. Gli adolescenti sono un drammatico esempio. Hanno perso punti di riferimento sia relazionali che emotivi. Le ultime indagini rivelano che un ragazzo su cinque presenta una condizione di disagio psichico, che si manifesta con sintomi e segni di tipo ansioso o depressivo. Anche con comportamenti oppositivi, autolesionisti e aggressivi. Da non dimenticare l’escalation, tra 2021 e il 2022, di tentativi di suicidio tra i giovanissimi. Questi temi sono stati analizzati alla Pontificia Università Gregoriana, durante il convegno promosso dalla Fondazione Internazionale Don Luigi Di Liegro, “Dalla pandemia alla guerra: emarginazione fisica ed emotiva.
GLI EFFETTI
Solo nel 2020, le segnalazioni di ansia e depressione negli adulti sono aumentate di oltre il 25% rispetto agli anni precedenti. Gli effetti neurologici e di salute mentale della pandemia sugli adolescenti potrebbero essere stati ancora peggiori. «Sappiamo già dalla ricerca globale che la pandemia ha influito negativamente sulla salute mentale dei giovani, ma non sapevamo cosa stesse facendo fisicamente ai loro cervelli», spiega Ian Gotlib, primo autore dell’articolo. Durante la pubertà e la prima adolescenza, i ragazzi sperimentano una maggiore crescita di ippocampo e amigdala, aree del cervello che controllano l’accesso a determinati ricordi e aiutano a modulare le emozioni. Confrontando le scansioni di risonanza di 163 giovani prese prima e durante la pandemia, si è visto che questo processo di sviluppo si è accelerato negli adolescenti che hanno subito le limitazioni legate al Covid. Il prossimo passo è quello di approfondire se i cambiamenti osservati nel cervello degli adolescenti portino necessariamente a problemi di salute mentale, e se i cambiamenti siano permanenti. Ovvero se il loro cervello rimane più vecchio rispetto alla loro età.
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