A Roma, Umberto Federico D’Amato entra a far parte della polizia, provenendo dal ministero per l’Africa italiana. Fu iscritto alla P2 di Licio...
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Andò in pensione nel 1984. Alla sua morte, dopo i funerali, il giudice Carlo Mastelloni perquisì la sua casa in via Cimarosa a Roma. Già nel novembre 1995 il giudice romano Pietro Saviotti aveva disposto una perquisizione nella sua casa nel corso della quale furono sequestrati documenti.
Gastronomo, diresse una rubrica di cucina per L'Espresso, sotto lo pseudonimo Federico Godio, e fu l'ideatore della guida dei ristoranti del Gruppo Editoriale L'Espresso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero