Imponderabile arriva la scossa, chiara e forte, e si ripete, due tre, quattro volte nell'arco di un'ora: certo, non è un capogiro, un colpo di tosse, un lieve...
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Panico ovunque, cercando di captare le intenzioni di un nemico impalpabile. Scuole evacuate, metro ferma di botto per i controlli di sicurezza, edifici pubblici sgomberati, cellulari impazziti. Giusto reagire così? Il professor Enzo Boschi, che con i terremoti ci dialoga col dovuto rispetto perché ne conosce come pochi il linguaggio, ci invita ad una calma prudente e ci ricorda che a Roma, almeno qui, siamo ragionevolmente fuori dalla portata del grande pericolo. Prevedere è impossibile, studiare gli andamenti è utile e importante.
La storia millenaria del Caput Mundi ce lo insegna. E allora l'antidoto alla paura che d'impeto avvolge e travolge, che si nutre di irrazionale e non di scienza, almeno di quella a disposizione, l'antidoto è la prevenzione nella consapevolezza. Sapere quel che si deve sapere riducendo il margine delle pure emozioni, conoscere per prevenire, prevenire per ridurre i rischi, ridurre i rischi per non vivere nella paura. Il tutto all'interno di schemi organizzativi studiati a mente fredda e pronti a scattare se irrompe un'emergenza. Già, l'organizzazione: ecco il punto. E la domanda che è già un sussulto: ma noi ce l'abbiamo l'organizzazione della prevenzione?
paolo@graldi.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero