Quegli esseri umani distesi per terra, un progetto contro questa vergogna

È sbagliato rassegnarsi: devono intervenire le istituzioni per aiutare chi vive alla deriva

Quegli esseri umani distesi per terra, un progetto contro questa vergogna
Tra i tanti disagi che affliggono e feriscono la vita quotidiana in città ve ne è uno che ci richiama, dolorosamente, a una riflessione urgente. Sempre più...

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Tra i tanti disagi che affliggono e feriscono la vita quotidiana in città ve ne è uno che ci richiama, dolorosamente, a una riflessione urgente. Sempre più spesso, specie in pieno centro storico (stazione Termini, piazze famose, marciapiedi delle vie dello shopping, scalinate di chiese) ci imbattiamo in persone che si abbandonano, si distendono a dormire, sonnecchiare, come se fossero senza vita, osservate da una totale e sdegnata indifferenza. Il crudo e il crudele di una vista sull’oggi e sotto i nostri occhi, che deve crearci un profondo imbarazzo. 

Eppure sono uomini e donne, anziani ma anche giovani che hanno lasciato chissà dove e chissà perché ogni ritegno, ogni bisogno di dignità e si affidano all’abbandono di sé, abbattendosi nel sonno anestetico, forse aiutati dal solo soccorso dell’alcol in scatole di vino a pochi centesimi. Rannicchiati sull’asfalto, racchiusi in un buio di assenza di vita apparente e immanente. Ecco, li vediamo passando e li rivediamo tornando sui nostri passi. Sempre lì, di una gelida fissità, testimoni viventi di un disagio che si fa scandalo a cielo aperto. 
Non è plausibile rassegnarsi. Oltre a risolvere un problema di decoro urbano non si riescono a muovere le istituzioni del soccorso umanitario verso chi, comunque, soffre la condizione di vivere alla deriva.
È un decomporsi a spirale verso l’abisso. Non possiamo restare testimoni muti e silenti di fronte a un urlo senza voce che invoca mani tese, pietà, aiuto. 

Lasciarli come stracci dimenticati non assolve nessuno: noi e loro siamo sullo stesso banco delle colpe. Non si tratta, come qualcuno chiede o pensa, di un problema questurizio, di maniere forti e sbrigative, seppur qualche volta richieste e indispensabili. Perché c’è anche, troppo spesso, una violenza da contrastare, contenere, impedire. È un problema assai più complesso che richiede una precisa e decisa volontà politica: un piano, un progetto, tante idee volte a impedire la vergogna degli stracci umani. E smetterla di trattarli come tali.

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Il Messaggero