Siamo tutti avvisati e il suono è quello di una mezza catastrofe ecologica. Tra due giorni, settantadue ore, saremo sommersi dai rifiuti, in un crescendo di puzze, topi...
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Il collasso della raccolta è stato annunciato dal nuovo Ad Ama, Zaghis: il dirigente, buon ultimo su quella poltrona, ha ammesso col candore degli inconsapevoli che le discariche disponibili sono out e, dunque, i rifiuti resteranno dove li portano i romani, davanti alle abitazioni. Sarà la plateale dimostrazione di una linea di condotta racchiusa nei principi dei Cinque Stelle che rifiutano con ottusa ostinazione di progettare macchine moderne per lo smaltimento e del riciclo. Nessuno accetta più di aiutarci, soldi per mandare all’esterno le balle non ci sono, le discariche chiudono l’una dopo l’altra, le altre regioni rifiutano i loro spazi. Si ha la sensazione che si persegua cinicamente l’emergenza, sfiorando perfino quella sanitaria, con freddo e misero calcolo politico nella infinita querelle con la Regione Lazio. Tanto, pensano, si ripeterà il rito: l’Ama abbandona i rifiuti e i romani li subiscono, pagando la tassa più alta. I record neri del Campidoglio non finiscono mai. E puzzano di colpe gravi.
paolo@graldi.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero