Renzi, i sondaggi e la speranza per Roma

Renzi, i sondaggi e la speranza per Roma
«I sondaggi inglesi sono peggio di quelli italiani», ha ironizzato il presidente del Consiglio riferendosi alle percentuali che danno gli inglesi già con un...

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«I sondaggi inglesi sono peggio di quelli italiani», ha ironizzato il presidente del Consiglio riferendosi alle percentuali che danno gli inglesi già con un piede fuori dall'Europa. La speranza è che anche a Roma si possano sbagliare e che Giachetti possa sovvertire i pronostici e il dato del primo turno, in modo da battere la Raggi.


Sull'uso politico dei sondaggi si è detto molto. Per anni sono stati utilizzati per orientare l'elettorato più che per capire da che parte va l'opinione pubblica. Silvio Berlusconi li ha prima accreditati come strumento di analisi e poi ne ha fatto strumento di propaganda politica. Altrettanto hanno fatto partiti e movimenti che, viaggiando sulla rete, ritengono di avere il polso costante del proprio elettorato e non solo. Tutto ciò sembra non funzionare più e non solo perché c'è gente che mente anche davanti ad un questionario anonimo.

Nella strana scienza del vivere quotidiano l'elettore sembra sempre più spesso comportarsi a dispetto. Ovvero si muove in senso contrario a ciò che sono le attese o a ciò che ha appena detto rispondendo ad un questionario. Problema non da poco per la politica e per coloro che sinora hanno scritto programmi sulla base di questionari. Servono idee forti e originali per imporre i trend anche su Twitter, ma per ora le novità sono poche e la politica guida a rimorchio. 
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Il Messaggero