Il welfare per 1,5 mln di professionisti

Alberto Oliveti
Se il welfare integrativo cresce per i lavoratori dipendenti, in forza delle iniziative autonome delle aziende o per iniziative contrattuali (nazionali e territoriali), resta la...

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Se il welfare integrativo cresce per i lavoratori dipendenti, in forza delle iniziative autonome delle aziende o per iniziative contrattuali (nazionali e territoriali), resta la necessità di stendere un adeguato ombrello di welfare privato anche per chi svolge la libera professione: almeno un milione e mezzo di italiani. Tanti sono quelli indicati nel settimo rapporto Adepp sulla previdenza. L'associazione che raggruppa le diciannove casse professionali (17 più due che svolgono attività assistenziali) che assicurano la previdenza di primo pilastro per i professionisti delle attività ordinistiche (dai giornalisti agli avvocati, dagli insegneri ai notai, etc.) da sette anni illustra l'andamento delle casse iscritte.


Una miniera di dati che aiutano a fotografare un pezzo non esiguo dei produttori di Pil del Paese. Oltre a svolgere il ruolo di erogatore delle prestazioni previdenziali (in vece dell'Inps) le casse aderenti ad Adepp si danno sempre più fortemente un oobiettivo di welfare integrativo: prestazioni a sostegno degli iscritti (da malattia e infortuni a borse di studio per i figli degli iscritti), prestazioni a sostegno della professione, ammortizzatori sociali, polizze sanitarie. "Noi crediamo di gestire oculatamente i soldi dei nostri iscritti" ha commentato il presidente di Adepp, Alberto Oliveti, che ha aggiunto: "Abbiamo presentato un Report che non nasconde i problemi, senza tralasciare le criticità che emergono, dovute a un cambiamento legato alla demografia, all'economia, ma anche all'evoluzione tecnologica della intelligenza artificiale, che rischia di avere impatti notevoli sulle entrate contributive". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero