Una colpa nella colpa, un'aggravante stucchevole e malefica: il trucchetto elettronico adottato da un gruppetto di taxisti, consisteva nel gonfiare il prezzo delle corse...
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I taxi sono mezzi pubblici, i conducenti sono titolari di licenze che presuppongono controlli stretti del Comune. Sono i biglietti da visita della città. Rappresentano il primo e sperabilmente amichevole incontro di chi indossa gli abiti del turista o quelli di chi fa ritorno a casa. La fama della categoria è arricchita da una letteratura variegatissima: si va dall'accoglienza con chiacchierate su tutto, alla guerra infinita sui costi e sul servizio. Qui, nel nostro caso, c'è qualcosa di più, un'aggravante speciale, perché la tv, il web con i blog virali, hanno diffuso un'idea, un'immagine di Roma, capitale d'Italia dove il raggiro viene gestito da chi anzi dovrebbe proteggerci dal pericolo che esso rappresenta. Non solo una truffa ma una brutta ferita al cuore della città. Si dovrebbe dire meglio: una gran vigliaccata.
paolo@graldi.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero