22 agosto 1943 Nella pineta di Fregene, i carabinieri uccidono Ettore Muti

22 agosto 1943 Nella pineta di Fregene, i carabinieri uccidono Ettore Muti
Nella pineta di Fregene, i carabinieri uccidono Ettore Muti, giustificando ciò col fatto che aveva cercato di sfuggire all’arresto ordinato dal governo...

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Nella pineta di Fregene, i carabinieri uccidono Ettore Muti, giustificando ciò col fatto che aveva cercato di sfuggire all’arresto ordinato dal governo Badoglio. 


Le vicende non furono mai chiarite e nemmeno chi avesse sparato i colpi dalla pineta in cui arrestato e scorta si erano diretti a piedi (anziché tornare alle auto). Nella sparatoria l'unico ad essere raggiunto dai colpi fu Ettore Muti, il cui berretto, recuperato fortunosamente dalla famiglia e tuttora esistente, reca due fori di proiettile sparati a distanza ravvicinata: uno sulla parte posteriore, in corrispondenza della nuca, l'altro davanti, che attraversa la visiera.

Diverse altre circostanze confermano la tesi dell'esecuzione politica dello scomodo personaggio, definito da Badoglio "una minaccia" in una lettera spedita poco prima (il 20 agosto del 1943), al capo della polizia Carmine Senise.
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Il Messaggero