Gli spazzini che disertano nuovo sfregio alla Capitale

Tra i tanti, variegati e dannosi effetti collaterali portati dalla paura della pandemia da Coronavirus ecco giungere il contributo originale, generoso, disinteressato di un gruppo...

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Tra i tanti, variegati e dannosi effetti collaterali portati dalla paura della pandemia da Coronavirus ecco giungere il contributo originale, generoso, disinteressato di un gruppo di dipendenti operativi dell'AMA, la partecipata alla quale si deve lo stato della pulizia della Capitale.


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Marcano visita, si squagliano, s'arruolano nella legione dei fantasmi e, insomma, rifiutano di ripulire la vasta zona delle Chinatown di Roma, quella del mercato di piazza Vittorio e dei magazzini dei commercianti cinesi in via dell'Omo, lungo la Prenestina.

Qui, già prima dell'arrivo della paura (virus non ce ne sono) le carenze del servizio suscitavano crociate indignate e inascoltate dei cittadini.

Adesso, certi furbetti della pandemia che non c'è, vorrebbero far pesare sulla comunità cinese che qui ha le sue storiche radici, il peso di un servizio di pulizia delle strade e del mercato.
 
E' un'autentica mascalzonata che s'aggiunge, come connotato distintivo, a comportanti mai sanati e anzi divenuti routine.

La dirigenza rassicura. Casi isolati, semmai. Ma se il Coronavirus viene accuratamente tenuto lontano grazie alla barriera sanitaria, viene quasi da pensare che sia necessaria un'altra profilassi, magari più strutturale, per evitare che altri virus più domestici irrompano nei comportamenti, producendo danni di immagine incalcolabili.


paolo@graldi.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero