A Roma, comunisti e socialisti, rappresentati rispettivamente da Giorgio Amendola e Giovanni Roveda, i primi, e da Giuseppe Romita e Olindo Vernocchi, i secondi, firmano un patto...
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Nel 1934 due fatti chiusero una fase della storia dell'antifascismo italiano e ne inaugurarono una nuova: la fine della Concentrazione antifascista, che già da tempo aveva perso parte della propria influenza, e l'avvicinamento tra socialisti e comunisti, che stipularono un patto d'unità d'azione. Le trattative fra i due partiti, condotte da Luigi Longo per i comunisti e da Pietro Nenni per i socialisti, furono favorite dal mutamento di strategia dell'Internazionale comunista e di quella socialista, determinato in particolare dall'affermazione del nazismo in Germania, e dall'esempio dei partiti operai francesi, che nel luglio 1934 avevano dato vita, insieme alle forze radicali, al Fronte popolare. Il patto d'unità d'azione, sebbene non ponesse fine ai contrasti fra i due partiti, rappresentò comunque l'inizio di una collaborazione sul terreno dell'antifascismo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero