Per una volta, eccezionalmente, scrivo per fatto personale. E rappresento che cosa significhi ritrovarsi, di giorno, all'improvviso, in mezzo alla strada, una massa enorme,...
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Davvero per un soffio, protetto da chissà quale mano santa. Solo più tardi, mi sovviene, stavolta con un brivido caldo, che in quei paraggi giorni fa un uomo di 50 anni, che viaggiava sulla sua moto, ha incrociato un animale simile, è caduto e ci ha rimesso la pelle. Dopo quel luttuoso evento si è parlato di strategie di contenimento, è stato aperto un tavolo di esperti in Campidoglio, le denunce sugli scorrazzamenti dei cinghiali si sono moltiplicate a dismisura insieme a una impressionante documentazione fotografica.
Branchi di animali fin sotto le case, vicino al centro, all'assalto dei cassonetti straripanti di immondizia. Un banchetto infinito. Niente lascia pensare che dalle buone intenzioni e alla presa d'atto si decida di passare all'azione. Come se fosse normale. Eh, già. A girare tranquilli per Roma abbiamo visto serpenti e pantere nere e l'altro ieri, a Saxa Rubra, vicino alla Rai, anche un toro che correva lungo la Flaminia. Lo zoo della Capitale è a cielo aperto. A tutti.
paolo@graldi.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero