OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Simone Baglivo ci ha scritto. L’altra mattina sua zia mentre attraversava sulle strisce (“sbiadite”) la Flaminia, davanti alla stazione di Castelnuovo di Porto è stata falciata e uccisa da un pirata. Stava andando al lavoro come tanti altri che hanno perso la vita allo stesso modo. Almeno venti morti dall’inizio dell’anno: troppi, scandalosamente troppi, insopportabilmente troppi.
Diverse le cause, identico l’esito finale. A ondate si levano lamentazioni un po’ di tutti, si lanciano ricette risolutrici che lasciano le cose come sempre, pericolosamente intatte. Inascoltati perfino i dolenti appelli del Colle, con il Presidente della Repubblica che lancia raccomandazioni alla prudenza. Il bollettino di queste tragedie toglie letteralmente il fiato e impone un diverso rapporto con la strada da parte di tutti. La morte di un pedone è ancora più raccapricciante: il pedone è un utente indifeso, espone al rischio di essere investito tutto sé stesso, senza scudi e protezioni.
Ammettiamolo: trasgressioni, distrazioni, scorciatoie negli attraversamenti talvolta temerari e sconsiderati sono anch’essi tra le cause. E tuttavia anche quando diligentemente si utilizzano le strisce, o perfino tranquillamente sui marciapiedi, il pedone è considerato un intralcio allo scorrimento veloce, un intoppo sgradevole sul proprio cammino motorizzato. C’è sotto una questione culturale, di rispetto degli altri, di senso civico strapazzato, trattato come uno straccio. E infatti volano gli stracci. No, purtroppo sono pedoni sulle strisce.
graldi@hotmail.com
Il Messaggero