Assad e Putin sono terrorizzati. Non dai missili di Trump bensì da Elena Santarelli e dai suoi colleghi che stanno dando vita sui social alla campagna...
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"Basta con la guerra in Siria. Adesso non si può più tacere perché ogni bambino è il nostro bambino". Un cartello con l'hashtag e una valanga di like su Facebook, Twitter, Instagram. Attori, calciatori, cantanti, presentatori in tanti ci stanno mettendo il faccione in primo piano. Da Alessia Marcuzzi a Vanessa Incontrada, da Emma ad Alessandra Amoroso, da Fabio Volo a Pierfrancesco Favino. E ancora Miriam Leone, Elena Santarelli, Giuliano dei Negramaro, Martina Colombari, Luciana Littizzetto, Niccolò Fabi, Luca Argentero, Edoardo Leo, Anna Foglietta. Come se bastasse un ciak per interrompere il conflitto che ha devastato uno dei Paesi più belli del mondo. Evidentemente una ventata di qualunquistica pubblicità sui social non guasta mai.
Di diverso avviso sono le campagne mirate ai vergognosi fenomeni di casa nostra che vanno combattuti ed estirpati. Tipo la campagna di sensibilizzazione a fianco delle donne #maipiunemiche di Federica Ferretti con Gemma Favia prima testimonial. O ancora le campagne che si impegnano contro il bullismo. Ce ne sono diverse, tutte efficaci. A cominciare dal programma su Raidue e dall'iniziativa nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola dal titolo Un Nodo Blu - le scuole unite contro il bullismo, lanciata dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Con uno spot che fa molto più effetto della strofa recitata a pappagallo contro la guerra in Siria.
Si vede un ragazzo, il classico secchione, che viene aggredito e insultato dai compagni di classe. "Eccolo il verme che non passa mai i compiti" e giù botte, calci e insulti, con tanto di video sullo smartphone. E la prof Ambra Angiolini che lancia lo slogan, ben più efficace di tanti altri: "rimanere indifferenti equivale a essere complici". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero