La televisione si può fare anche senza grandi e costose produzioni oppure importando meno format dall’estero. Perché gli italiani la tv l’hanno sempre...
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Un altro personaggio che continua a fare la tv di qualità a costi bassi è Renzo Arbore. Anche la sua ultima fatica, realizzata sul salotto di casa con Pupi Avati e Gegè Telesforo è una chicca. Raccontare la storia del jazz con gli occhi luminosi di chi l’ha vissuta è un full immersion per il telespettatore. La trasmissione è andata in onda su RaiStoria. Chi l’avesse persa può rivederla su RaiPlay, la nuova app della Rai che ora si può guardare anche direttamente sulla tv se è connessa a internet.
Un altro esempio di grande televisione divulgativa è Roberto D’Agostino. Che su SkyArte con Dago in the Sky ha affrontato argomenti tabù in scioltezza, con una semplicità di linguaggio che ha fatto del programma una delle novità più belle della stagione. Perfetto il connubio con la grafica, sempre eccellente e originale. Una scommessa vinta da D’Agostino, riuscito nell’impresa di fare una tv contemporanea in grado di competere con il mondo multipiattaforma degli smartphone. Un vero esempio di quel rinascimento digitale che per la tv di oggi potrebbe avere l’effetto di una boccata di ossigeno all’interno della sala di rianimazione. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero