A Campo de' Fiori viene bruciato sul rogo fra' Celestino da Verona. E' stato un francescano italiano. Tra gli...
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E' stato un francescano italiano. Tra gli accusatori di Giordano Bruno, fu anch'egli bruciato sul rogo dall’Inquisizione, cinque mesi prima del filosofo nolano. il 17 febbraio 1587 fu costretto ad abiurare opinioni eretiche delle quali non si conosce l’esatta natura. Anni dopo fu ancora arrestato nel Veneto - a Verona o a Venezia - ancora con l'accusa di eresia: per un anno, a partire dal settembre 1592, si trovò nella prigione veneziana di San Domenico di Castello nella stessa cella con Giordano Bruno. Gli incartamenti del suo processo furono trasmessι, come d'abitudine, al Sant'Uffizio: egli dovette essere assolto, dal momento che la Congregazione romana prese soltanto la decisione di confinarlo nel convento francescano di San Severino, nelle Marche.
Di qui, probabilmente nell'autunno del 1593, egli inviò all'Inquisizione di Venezia una relazione in cui accusava il filosofo di una serie di opinioni eretiche, citando a conferma la testimonianza di altri tre detenuti nel carcere veneziano, il frate Giulio da Salò, un Francesco Vaia e un Matteo de Silvestris, che con lui avrebbero ascoltato le compromettenti confidenze di Giordano Bruno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero