27 gennaio 1981 Caso Moro, il giudice Infelisi ascoltato da Commissione parlamentare

27 gennaio 1981 Caso Moro, il giudice Infelisi ascoltato da Commissione parlamentare
A Roma, ascoltato dalla Commissione parlamentare sul caso Moro, il giudice Luciano Infelisi afferma, a proposito del falso comunicato nr.7 firmato Brigate rosse: "…evidente che...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
A Roma, ascoltato dalla Commissione parlamentare sul caso Moro, il giudice Luciano Infelisi afferma, a proposito del falso comunicato nr.7 firmato Brigate rosse: "…evidente che la macchina da scrivere era la stessa, ma il contenuto era totalmente diverso da quello usuale. Il Ministero però annetteva grande credito al fatto, perché hanno detto che era molto più importante andare al lago della Duchessa che non a via Gradoli".




Alla domanda "ritiene che la provenienza fosse Br?", il giudice risponde : "Qualcuno propose che i servizi segreti scrivessero delle lettere, dei volantini al fine di creare una reazione. Questo modo spregiudicato di azione non fu però accettato, anche se non avrebbe comportato violazione di norme particolari, per l’impossibilità, la mancanza totale di qualsiasi possibilità da parte loro. Allora mi domando chi può aver creato questo volantino in quel particolare momento, se i nostri servizi, sollecitati, non erano all’altezza di farlo".



Alla domanda di chi fu l’idea, Infelisi afferma "Il collega Vitalone". Alla domanda "In che ambiente circolò?", risponde "In Procura. Se ne parlava con la polizia e con i carabinieri. L’idea la ebbe Vitalone e io l’appoggiai, nel senso che dissi che era un’idea brillante per la quale però si sarebbero dovuto avere preventive garanzie". Dopo la rivelazione, Infelisi tira indietro la mano: "Comunque, qualcuno disse che non se ne sarebbe fatto niente" e nega altresì di aver avuto con i servizi un discorso diretto sul particolare problema. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero