A Roma, ascoltato dalla Commissione parlamentare sul caso Moro, il giudice Luciano Infelisi afferma, a proposito del falso comunicato nr.7 firmato Brigate rosse: "…evidente che...
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Alla domanda "ritiene che la provenienza fosse Br?", il giudice risponde : "Qualcuno propose che i servizi segreti scrivessero delle lettere, dei volantini al fine di creare una reazione. Questo modo spregiudicato di azione non fu però accettato, anche se non avrebbe comportato violazione di norme particolari, per l’impossibilità, la mancanza totale di qualsiasi possibilità da parte loro. Allora mi domando chi può aver creato questo volantino in quel particolare momento, se i nostri servizi, sollecitati, non erano all’altezza di farlo".
Alla domanda di chi fu l’idea, Infelisi afferma "Il collega Vitalone". Alla domanda "In che ambiente circolò?", risponde "In Procura. Se ne parlava con la polizia e con i carabinieri. L’idea la ebbe Vitalone e io l’appoggiai, nel senso che dissi che era un’idea brillante per la quale però si sarebbero dovuto avere preventive garanzie". Dopo la rivelazione, Infelisi tira indietro la mano: "Comunque, qualcuno disse che non se ne sarebbe fatto niente" e nega altresì di aver avuto con i servizi un discorso diretto sul particolare problema. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero