Ritorno in zona gialla: mai più caffè fuorilegge bevuti al banco del bar

Ritorno in zona gialla: mai più caffè fuorilegge bevuti al banco del bar
«Ma si può consumare al banco?» chiediamo al barista, che serissimo risponde: «Assolutamente no, siamo ancora in arancione». Alla sua destra...

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«Ma si può consumare al banco?» chiediamo al barista, che serissimo risponde: «Assolutamente no, siamo ancora in arancione». Alla sua destra c’è una fila di clienti schierati lungo il bancone, tutti con un caffè davanti. La mascherina abbassata, chi gira il cucchiaino, chi ci soffia per farlo freddare, chi sorseggia. Eppure il contesto non lascerebbe spazio ad ambiguità: via tutti i tavolini, le sedie impilate, una lavagna con l’annuncio a grandi caratteri “Oggi siamo in zona ARANCIONE . Solo ASPORTO”. Tutti i caffè vengono serviti nel bicchierino di plastica chiuso con il coperchio, ci manca solo la scritta “te ne devi andare!”. Ma i clienti fanno finta di non capire e non se ne vanno. Per il romano uscire dal bar con il caffè ancora da bere è un gesto contro natura. Roba da stranieri, da newyorchesi che girano per i marciapiedi di Manhattan tenendo in mano il bicchierone di caffè; da noi certe cose non si fanno, anche perché i marciapiedi non ci sono e se ci sono li occupano le auto parcheggiate.

In un altro bar, alla Magliana, la barista sceglie la linea della connivenza. Si avvicina al cliente e con lo sguardo complice gli sussurra: «Te lo metto nella tazza, ti giri verso il bancone, bevi e scappi via. Intanto controllo se arriva qualcuno». Da oggi si torna gialli, finisce (per ora, ma speriamo per sempre) la stagione del proibizionismo. Un giorno, nel ricordo che tutto addolcisce, i caffè fuorilegge di ieri ci sembreranno più buoni di quello che erano.

pietro.piovani@ilmessaggero.it

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