World Press Photo 2019 al Palazzo delle Esposizioni: così una foto diventa storia

World Press Photo 2019 al Palazzo delle Esposizioni: così una foto diventa storia
I migliori scatti dell'anno tutti riuniti in un'unica stanza. Un viaggio in 140 fotografie tra migrazioni e storie personali, guerre e natura. Le foto vincitrici del World...

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I migliori scatti dell'anno tutti riuniti in un'unica stanza. Un viaggio in 140 fotografie tra migrazioni e storie personali, guerre e natura. Le foto vincitrici del World Press Photo sono arrivate a Roma, un'anteprima mondiale a pochi giorni dalla premiazione dello scorso 11 aprile. Prendono casa, anche quest'anno, al Palazzo delle Esposizioni, fino al 25 maggio. Si parte con lo scatto vincitore del premio più importante, la foto dell'anno di John Moore: una bambina honduregna che piange mentre la madre viene arrestata da agenti statunitensi sul confine tra Texas e Messico.


LE CICATRICI
«Un'immagine che dimostra l'attenzione e l'occhio di un fotogiornalista sensibile ed esperto», spiega Francesco Zizola, che ha vinto il premio nel 1996 e ora è direttore di 10b Photography, l'associazione che ha reso possibile l'arrivo della mostra nella Capitale. Oltre allo scatto di Moore, molti altri raccontano il muro tra Messico e Stati Uniti: un luogo chiave del 2018. C'è poi la guerra civile in Yemen dell'italiano Lorenzo Tugnoli (vincitore anche del Pulitzer), la crisi in Ciad di Marco Gualazzini, la Siria di Mohammed Badra.

«Migrazioni, muri, guerre: le cicatrici del mondo. Questo è un album che ci racconta ciò che accade dal punto di vista sociale, politico, emotivo e persino tecnico: è un'onore averlo per primi qui», dichiara Clara Tosi Pamphili, vicepresidentessa di Palaexpo. Risponde anche Luca Bergamo, vice sindaco e assessore alla crescita culturale: «La città ha a cuore la fotografia: è per questo che stiamo lavorando alla nascita, in un paio di anni, della Casa della fotografia all'ex Macello».
La mostra quest'anno si arricchisce di una sezione dedicata ai video: tra i vincitori troviamo gli italiani Chiara Avesani e Matteo Delbò con un corto dedicato a Mosul. I video saranno protagonisti di due incontri il 18 e il 25 maggio, dove verranno proiettati e discussi da autori e critici.

CALEIDOSCOPIO DI NOTIZIE
Nei grandi muri del Palazzo delle Esposizioni le fotografie sembrano piccole, ma sono così tante e così varie da creare un vero caleidoscopio di un mondo che cambia, e non sempre in negativo. Ci sono anche delle buone notizie, insomma: i fenicotteri dei Caraibi curati in un centro di riabilitazione (fotografie di Jasper Doest); il tentativo di proteggere le api messicane (di Nadia Shira Cohen); le donne tifose in Iran (di Forough Alaei). Una mostra imprescindibile per chi ama il fotogiornalismo. Sulla parete verso l'uscita c'è, infine, un grande mosaico di tutte le foto vincitrici delle precedenti edizioni: ci si sente al cospetto di una narrazione universale, fortunati testimoni della realtà che, grazie a uno scatto, diventa prima testimonianza, poi denuncia, poi storia.


Palazzo delle Esposizioni, via Nazionale 194. Fino al 25 maggio
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Il Messaggero