WhatsApp, i gruppi che non fanno gruppo

(Foto Ansa)
E tu che fai di bello nella vita?Abbandono gruppi Whatsapp @rossbova Esterno estivo, una località balneare del...

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E tu che fai di bello

nella vita?Abbandono
gruppi Whatsapp
@rossbova

Esterno estivo, una località balneare del Nord-Est. Due ragazzi romani, stanno prendendo il sole. Dovrebbero e potrebbero godersi una qualsiasi giornata di ferie e di distacco della routine quotidiana, ma hanno volutamente commesso due errori di cui non si pentiranno. Il primo: hanno lasciato il cellulare acceso; il secondo: prima di partire dalla Capitale non sono usciti da uno dei numerosi gruppi WhatsApp di cui fanno parte. Non sono neanche riusciti a silenziarli, tanta è la dipendenza dal chiacchiericcio senza sosta che scorre su quei cellulari. I loro smartphone sembrano degli alberi di Natale il 25 dicembre, tanto si illuminano e trillano.

I gruppi, male molesto dell’era social, sono spesso una droga che si consuma per poter credere (erroneamente) che ci sia sempre qualcuno disposto ad ascoltarci. C’è il gruppo degli amici del torneo di calcetto, che parlano con una frequenza tipica di chi deve organizzare la Champions League. C’è quello delle mamme, che pure d’estate è in allarme per qualunque cosa riguardi i figli. C’è quello della Roma o della Lazio, che ha sempre qualcosa per cui infervorarsi. C’è quello degli amici storici, che condividono pure i dettagli sul loro ultimo one night stand. C’è quello dei colleghi universitari, quasi sempre sfogatoio pre e post-esame. E poi ci sono gli amici delle vacanze, che da ottobre iniziano già a ragionare sulla prossima meta estiva. E in questa connessione non stop si coltiva l’illusione di non essere mai soli; nel gruppo virtuale si trova ciò che, spesso, è nella realtà, attorno a noi, ma che non riusciamo a vedere.

marco.pasqua@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero