Vorrei mandare indietro il tempo a qualche anno fa peccato che la vita non è on demand @tiniggxro È successo...
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il tempo a qualche anno
fa peccato che la vita
non è on demand
@tiniggxro
È successo senza che ce ne rendessimo conto ma le nostre vite sono diventate «on demand». Chi ha 18 anni oggi neppure s’immagina che un tempo era differente. Esempi pratici: noi ragazzi negli anni Ottanta-Novanta ci sedevamo davanti alla tv e vedevamo il telefilm o il film che i vari canali decidevano per noi, negli orari che loro sceglievano. Si faceva zapping, pratica ormai in disuso. Noi oggi (sempre ragazzi, anche se gli anni sono passati) decidiamo quale film o serie tv vedere, quando e dove (su che device, tv, tablet, smartphone, in salotto o in aeroporto). Generazione Netflix (o similari, la scelta è vasta). La musica: noi ragazzi degli anni Ottanta-Novanta riempivamo l’auto di cassette e già ci sembrò il futuro quando nel baule installammo il caricatore per i cd (sei alla volta, alla fine per pigrizia non li cambiavi mai); in casa dovevi affidarti ai dischi/cassette/cd acquistati. Oggi la generazione Spotify/YouTube (o similari) guarda, ascolta, vede il brano che preferisce, quando e dove vuole. Ancora: un tempo ti sedevi a tavola e più o meno mangiavi ciò che moglie/madre aveva preparato, oggi scegli con un app tra sushi, thai food, veggie, tex-mex, pizza, perfino cucina romana e aspetti che un giovane sottopagato ci consegni tutto sullo scooter o anche in bici (generazione JustEat o similari). L’elenco dell’on demand è molto più ampio, arriva alle relazioni (segue eufemismo) sentimentali (generazione Tinder e similari). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero