Virginia Raggi, così dopo la sentenza la sindaca punta alla ricandidatura

Una ricandidatura più “civica” che a 5 Stelle. Dove la parte da leone la faranno le liste raggiane doc, quasi personali (almeno due) affiancate al logo del...

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Una ricandidatura più “civica” che a 5 Stelle. Dove la parte da leone la faranno le liste raggiane doc, quasi personali (almeno due) affiancate al logo del Movimento, ammesso che non si arrivi a una rottura con i vertici. Assolta dall’accusa di falso per la seconda volta, Virginia Raggi si toglie i macigni dalle scarpe già davanti all’aula della Corte d’Appello. A piazzale Clodio parla di “solitudine politica” in questi quattro anni. Attacca chi nel M5S non le ha fatto sentire l’appoggio che credeva di meritare. Non si trincera dietro formule evasive: ce l’ha con un pezzo di Movimento, Raggi. Veloce, stavolta, a spendere il capitale mediatico dell’assoluzione in una battaglia per la città: i fondi e i poteri per la Capitale che la sindaca chiede da 4 anni. “La pazienza dei romani è finita”, aveva detto al Messaggero dopo la beffa della bozza italiana del Recovery fund. Dove non c’era traccia del “grande progetto per la Capitale” promesso a settembre dal premier Giuseppe Conte.

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Virginia Raggi rafforzata

La sindaca, dopo la sentenza, batte sul tasto. Rafforzata dal verdetto dei giudici, non ha paura di sfidare il governo e il suo stesso partito. Un disco che potrebbe suonare per tutta la campagna elettorale, dove Raggi vuole arrivare con un profilo appunto più marcatamente civico che 5 Stelle. Contando sulla vecchia guardia movimentista invisa ai vertici attuali, quindi Dibba, l’ex ministra Lezzi, una fetta di consiglieri comunali e attivisti romani che non l’hanno mai abbandonata. Con la sentenza di assoluzione anche l’ipotesi di un’alleanza romana tra Pd e M5S, senza Raggi di mezzo, diventa quasi un miraggio. Il Nazareno non è disposto a cedere sul nome della sindaca. Determinata a correre comunque. I ras delle preferenze, secondo alcuni schemi già discussi in Campidoglio, saranno dirottata nella lista personale di Virginia. Lista che sulla scheda delle comunali comparirà accanto a un altro simbolo, “di sinistra”, per la legalità. Terzo, il logo del M5S svuotato dei big locali. Una conta nella conta, dove Raggi potrà mostrare il suo peso politico, anche slegato dalle sorti del Movimento. Una sfida. Sperando che basti per acciuffare un bis su cui non molti fino a oggi scommettono.

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Il Messaggero