Virginia e il “compagno” della porta accanto...

Virginia e il “compagno” della porta accanto...
Una sindaca e un primo cittadino mancato, sebbene per una valanga di voti. Una grillina doc e un «comunista così», come diceva il mitico Mario Brega. E...

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Una sindaca e un primo cittadino mancato, sebbene per una valanga di voti. Una grillina doc e un «comunista così», come diceva il mitico Mario Brega. E così la sindrome da un «Sacco bello», che sostituisce il primordiale «bello, bellissimo», ha preso piede nel piano nobile del Campidoglio. Dove sventola bandiera rossa, soprattutto adesso in tempi di spauracchi leghisti, pronti al balzo della tigre sulla Lupa capitolina. Forse anche per questo motivo Virginia Raggi da qualche tempo ha deciso di cooptare il dipendente capitolino Armando Morgia nella sua segreteria. Chi è? Un super compagno, appunto.


Già candidato sindaco, appunto, nel 2008 con Sinistra Critica, «partito politico italiano nato nel dicembre 2007 da una scissione di Rifondazione Comunista, partito di cui formava una corrente interna già dal 2005», riferisce Wikipedia. Per intenderci: il partito che fu del senatore Turigliatto. L’avventura di Morgia, alle comunali del 2008 (quelle vinte da Gianni Alemanno contro Francesco Rutelli) finì con un pugno (chiuso) di mosche: 0,5%. Dieci anni dopo è riuscito nell’impresa. Affacciarsi dal balconcino vista Fori, appena la sindaca si distrae, forte del motto igraiano: «Sognammo una torre, scavammo nella polvere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero